“Gente d’Europa, unitevi al movimento MEGA”: con queste parole Elon Musk ha ufficialmente dato il via alla sua campagna per ridisegnare gli equilibri politici europei. “Make Europe great again“, questo il significato dell’acronimo Mega, il nuovo slogan populista lanciato dal magnate sudafricano (ma usato per la prima volta dal premier ungherese Viktor Orbán durante la sua presidenza dell’Unione europea nel 2024), e che, in sole ventiquattr’ore, ha superato i 60 milioni di visualizzazioni sulla sua piattaforma X. L’acronimo richiama deliberatamente il trumpiano Maga (Make America great again), trasponendo in Europa la retorica nazionalista che ha – e sta ancora adesso – caratterizzato la presidenza Trump.
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Mega, la nuova destra europea targata Musk
Quella che potrebbe sembrare l’ennesima provocazione dell’uomo più ricco del mondo inizia però a prendere sinistramente forma, svelando una ben studiata strategia politica. Il magnate sudafricano, infatti, sta già trasformando il progetto Mega in una realtà concreta, tessendo un’alleanza che unisce leader in carica, aspiranti governanti e movimenti nazionalisti in tutta Europa. A partire, innanzitutto dall’Italia di Giorgia Meloni. Per Musk, ma anche per Donald Trump, la premier italiana è una risorsa strategica: unica leader europea in carica presente all’inaugurazione presidenziale, viene considerata un interlocutore chiave nella costruzione delle nuove tecnodestre europee. Secondo gli analisti l’obiettivo di Musk è semplice: sfruttare l’ascesa delle nuove destre per rimodellare l’establishment politico europeo, puntando principalmente a ridurre le normative che ostacolano i suoi interessi economici. Le sue aziende — da SpaceX a Tesla—potrebbero trarre grandi benefici da un’Europa più aperta alla deregolamentazione, in particolare nei settori delle tecnologie satellitari e delle auto elettriche. In Italia, infatti, il governo sta considerando l’espansione della rete Starlink nelle aree rurali, un passo che potrebbe consolidare ulteriormente la sua influenza sul continente.
In Germania, dove possiede una gigafactory Tesla vicino Berlino, Musk ha intensificato il suo sostegno ad Alice Weidel, leader di Alternative für Deutschland (AfD) – partito accusato di legami con ideologie neonaziste. Lo scorso mese Musk ha trasmesso in diretta streaming su X un incontro con la leader, lodando l’AfD come l’unico movimento capace di “dare priorità all’integrazione e alla preservazione della cultura e della sicurezza tedesca”. Inoltre, il 25 gennaio, ha partecipato, via collegamento, a un comizio del partito, dichiarando che l’AfD è “la migliore speranza” per la Germania alle elezioni del 23 febbraio, e affermando che è giusto “essere orgogliosi” della propria identità nazionale. Nei Paesi Bassi, invece, può contare su Geert Wilders, leader del Partito della Libertà nel governo con Schoof premier, di cui ha condiviso su X le posizioni alcune delle sue posizioni xenofobe e islamofobe. Mentre in Francia, pur non avendo ancora appoggiato direttamente Marine Le Pen, Musk ha attaccato ripetutamente il presidente Macron ed ha mostrato interesse per il più radicale e nazionalista Éric Zemmour, presente anch’egli all’inaugurazione di Trump.
La rete di Musk si estende in modo capillare in tutto il continente comprendendo anche leader populisti quali Santiago Abascal di Vox (Spagna) e André Ventura dei populisti portoghesi di Chega, entrambi presenti al giuramento di Trump. In Belgio, Musk ha più volte rilanciato i messaggi di Tom Van Grieken, leader del partito xenofobo “Interesse Fiammingo”. In Austria, ha riabilitato Martin Sellner, leader suprematista del Movimento Identitario, mentre in Polonia, dopo il boicottaggio di Tesla imposto dal governo Tusk per le polemiche sul nazismo, può contare sull’ex premier Mateusz Morawiecki e sul parlamentare europeo Dominik Tarczynski del partito Diritto e Giustizia. In Slovacchia ha trovato sponda nel premier Robert Fico, altro fedelissimo di Trump, mentre in Romania sostiene il candidato presidenziale filo-putiniano Calin Georgescu, definendo “dittatori” i giudici che hanno annullato il primo turno delle elezioni per presunte interferenze russe. A Cipro, ha trovato il suo uomo nel Parlamento europeo Fidias Panayiotou, ex influencer su YouTube, incontrato nel 2023, i cui video contro gli aiuti all’Ucraina vengono regolarmente rilanciati da Musk ai suoi 211 milioni di follower. Nel Regno Unito, Musk ha ingaggiato una battaglia frontale con il primo ministro laburista Keir Starmer, accusato di eccessiva durezza nella gestione delle rivolte razziste seguite alla strage di bambine di Southport della scorsa estate. Musk ha poi ha glorificato Tommy Robinson, controverso attivista di estrema destra e pluricondannato, entrando in conflitto persino con Nigel Farage di Reform Uk.
La versione italiana
E in quel mentre spunta fuori un aneddoto curioso. L’ex leghista (oggi iscritto a Forza italia) Marco Reguzzoni rivendica l’acronimo Mega: “L’ho inventato io”, afferma, come riportato dal sito Malpensa24. Quasi un anno prima, a sentir lui: nella primavera del 2024, per la precisione, nell’ambito della sua associazione politica “I Repubblicani”. “Musk l’ha fatto qualche giorno fa, io con I Repubblicani sono arrivato prima perché è davvero arrivato il momento di fare grande l’Europa” ha affermato Reguzzoni. C’è anche un sito, MegaToday, che pubblica da mesi. Non si inventa mai nulla.
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di Riccardo Piccolo www.wired.it 2025-02-03 11:59:00 ,