Author:
Una seconda chance per
l’immunoterapia contro il melanoma quando fallisce e una nuova
opportunità terapeutica per i pazienti più difficili e con poche
aspirazioni di cura. E’ ciò che promette un nuovo studio clinico
internazionale di Fase I, guidato da Paolo Ascierto, presidente
della Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia
Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative
dell’Istituto Pascale di Napoli, presentato in occasione del
meeting annuale dell’European Society for Medical Oncology
(ESMO), in corso a Barcellona fino al 17 settembre.
I risultati dimostrano l’efficacia di un nuovo farmaco nello
sbloccare l’azione dell’immunoterapia sia nei pazienti con
resistenza primaria, piuttosto che non hanno mai risposto
all’immunoterapia, e sia nei pazienti con resistenza acquisita,
coloro che hanno iniziato a non rispondere agli immunoterapici
dopo un po’ di tempo. “Il nostro studio fiera la sicurezza e
l’efficacia di WNT974, molecola che inibisce la via di
segnalazione Wnt/beta-catenina coinvolta nella mancata risposta
all’immunoterapia, nel superare la resistenza, offrendo ai
pazienti una nuova possibilità di cura – spiega Ascierto -. La
combinazione di WNT974 con l’immunoterapia è risultata efficace
nel 18% dei pazienti con melanoma che non hanno mai risposto
all’immunoterapia. In 2 casi la malattia è addirittura
scomparsa. Il trattamento, inoltre, è risultato efficace nel
35,7% dei pazienti con resistenza acquisita”.
L’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento del melanoma,
sia nelle fasi iniziali della malattia che in quelle avanzate,
quando piuttosto il tumore si è diffuso in altre parti del corpo.
Questo approccio terapeutico agisce stimolando le cellule del
sistema immunitario ad attaccare il tumore. Tuttavia, quasi il
50% dei pazienti non risponde all’immunoterapia, incapace di
ritirare i linfociti T sul tumore. Nel nuovo studio clinico
sono stati coinvolti 42 pazienti con melanoma avanzato che non
rispondevano all’immunoterapia, 28 con resistenza primaria e 14
con resistenza acquisita. “La combinazione di WNT974 con
l’immunoterapia è risultata sicura: solo nel 14% dei pazienti
abbiamo registrato eventi di grado severo, un’incidenza simile a
quella della sola immunoterapia – sottolinea Ascierto -. Nei
pazienti in cui il trattamento è risultato efficace abbiamo
osservato una risposta ampia in media per 15 mesi, con una
stabilità della malattia per più di 2 anni”.
Gli scienziati hanno spiegato anche quale possa essere il
meccanismo d’azione della molecola WNT974. “E’ noto la via di
segnalazione Wnt/beta-catenina può giocare un ruolo fondamentale nel
sopprimere la risposta immunitaria – spiega Ascierto -. Nei
pazienti con melanoma resistenti all’immunoterapia si può
riscontrare infatti la mancanza di linfociti T all’interno del
tumore, le stesse cellule immunitarie che l’immunoterapia
richiama per attaccarlo. La molecola WNT974, inibendo la
proteina porcupine, responsabile dell’attivazione della via di
segnalazione Wnt/beta-catenina, toglie il ‘freno’
all’immunoterapia che può quindi liberare ed attivare i
linfociti T che attaccano il tumore”.
Per questo motivo la molecola WNT974 è detta anche inibitore di
porcupine. Tuttavia, anche questo nuovo approccio non funziona
per tutti i pazienti. “Sono in corso le analisi dei biomarcatori
che ci permetteranno di identificare ulteriori marcatori
predittivi di risposta e resistenza al trattamento – conclude
Ascierto -. Crediamo che quei pazienti che sviluppano la
resistenza per una attivazione della via WNT/Beta-catenina,
siano anche quelli che potrebbero beneficiare dell’aggiunta
dell’inibitore di porcupine. Il nostro obiettivo rimane sempre
quello di cercare di trovare nuove opzioni di trattamento per i
pazienti più difficili che, ad oggi, non beneficiano delle
terapie attualmente disponibili”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Leggi la notizia di Author: su: RSS di Regione Campania – ANSA.it
LEGGI TUTTO SU www.ansa.it