”Nel lungo periodo, non c’è alternativa se non negoziare una pace” tra israeliani e palestinesi. Così, con l’Adnkronos, il ministro della Cooperazione regionale di Israele, Issawi Frej, parla dell’escalation al confine tra la Striscia di Gaza e Israele dopo i raid contro la Jihad islamica. ”Non dò consigli su come mettere fine ai combattimenti, questo spetta al premier, al ministro degli Esteri e all’esercito”, afferma, ma ”non dobbiamo avere paura di parlarci. E’ l’unico modo per fermare la guerra e la paura”.
Arabo, musulmano e scelto come ministro nel governo di coalizione guidato dal premier Naftali Bennett, Frej sa di essere ”un simbolo”, di essere la prova che una convivenza pacifica, tra arabi ed ebrei in Israele, è praticabile. ”Nelle guerre non ci sono vincitori, ma ci sono soprattutto bambini e adulti spaventati”, sostiene, sottolineando che ”la paura non dipende dalla nazionalità o dalla religione, ma è comune a tutti noi”. E quindi ”tutti siamo obbligati a fare di quanto ci è possibile per porre fine ai combattimenti”.
Frej, che è il secondo ministro arabo di un governo israeliano dopo il laburista Raleb Majadele, in carica dal 2007 al 2009 come ministro della Scienza, della Cultura e dello Sport, ritiene che ”alla fine i combattimenti finiranno. Ma senza una iniziativa politica è solo una questione di tempo, fino al prossimo round” di violenze.
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2022-08-06 16:27:32 ,