Malgrado l’esaltazione di un racconto di formazione, che vede tre fratelli giovanissimi inventarsene di ogni pur di “farcela”, non va dimenticato che – per quanto geniale a livello di intuizione – quello di Mixed By Erry era comunque un business di camorra, supportato e finanziato dalla camorra. “Per questo abbiamo aperto il film mostrando Erry in carcere“, sottolinea Sibilia. Gli fa eco il produttore Matteo Rovere: “La pirateria è un reato gravissimo e lo stigmatizziamo in ogni modo, essendone stati anche vittime. Come sottolineiamo anche nei titoli di coda, Erry e i fratelli hanno scontato una pena molto grave, è stato il pirata più condannato in assoluto per quel reato”. Lo hanno arrestato anche grazie all’aiuto di uno dei personaggi più vicini a lui, il padrino di sua figlia e suo grande amico interpretato dal sempre validissimo Fabrizio Gifuni in versione berlusconiana: “Attraverso di lui volevamo raccontare la Milano da bere, dove con i soldi tutto diventava possibile“.
Mischiando toni e generi, dalla commedia al dramma, dal gangster-movie alla farsa, Sibilia riesce nell’intento di firmare una commedia di grande intrattenimento che si allinea a quelle sui falsari che abbiamo visto anche oltreoceano (Prova a prendermi, su tutte), senza alcuna pretesa di prendersi sul serio, sempre pigiando il pedale dell’ironia sui suoi personaggi (buffi antieroi) fino in fondo. E senza svelare fino all’ultimo uno dei misteri sulla vicenda Mixed By Erry: come facesse a vendere la cassetta di Sanremo il giorno dopo il Festival. Guai ad alzarvi ai titoli di coda: è lì che, sulle note di O Dj – don’t give up di Liberato, scoprirete chi ci fosse davvero dietro.
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di Claudia Catalli www.wired.it 2023-03-01 10:44:10 ,