Napoli, fuori la Lega e tre liste per Maresca. Centrodestra in panne «Morta la democrazia»- Corriere.it

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di Fulvio Bufi

Il candidato sindaco: «Presenteremo ricorso per far valere le nostre legittime aspirazioni a vivere in un Paese democratico. Siamo di fronte a una scandalosa decisione politica, si sta consumando un esproprio della sovranità popolare»

Catello Maresca dice che oggi «è morta la democrazia». Sicuramente si sono ammalate gravemente le sue ambizioni di diventare il nuovo sindaco di Napoli. Il Tar ha infatti confermato la bocciatura di tre liste a sostegno del magistrato in aspettativa candidato in rappresentanza del centrodestra. E nell’elenco delle liste (che in realtà ne comprende anche una animalista ma per quella nessuno sembra strapparsi i capelli), oltre alle civiche che portano il nome dell’aspirante successore di de Magistris — Catello Maresca e Catello Maresca Sindaco — c’è Prima Napoli che, come si intuisce dall’assonanza del nome con lo slogan salviniano «prima gli italiani» avrebbe dovuto portare a Palazzo San Giacomo una pattuglia di consiglieri leghisti, segnando, nelle ambizioni dei promotori, la conquista di una posizione di rilievo in quella terza città italiana dove le bandiere dello schieramento di Salvini non hanno mai trovato nemmeno un po’ di brezza che le facesse sventolare.

La carta del Consiglio del Stato

Chiaro che alla luce di questi ultimi sviluppi l’impegno della Lega e del suo leader in favore di Maresca è destinato a non lasciare alcun segno nella campagna elettorale. Già sono saltate un paio di manifestazioni, una con il ministro Giorgetti e una con lo stesso Salvini, che sarebbe dovuto venire sabato scorso a Napoli a presentare i suoi rappresentanti ma per ovvi motivi ha preferito rinunciare. Ora che allo sprint finale il candidato del centrosinistra Gaetano Manfredi è in netto vantaggio, e lo stesso Antonio Bassolino (candidato in proprio) pare destinato a raccogliere non solo il voto dei pochi nostalgici della sua ormai lontana stagione a Palazzo San Giacomo, Maresca ha bisogno del massimo impegno di tutti i sostenitori. E la sua unica carta resta il Consiglio di Stato: «Presenteremo ricorso per far valere le nostre legittime aspirazioni a vivere in un Paese democratico. Siamo di fronte a una scandalosa decisione politica, si sta consumando un esproprio della sovranità popolare».

Manfredi: «Il responso di un tribunale va sempre accettato»

Prima dell’ulteriore appello, però, Maresca farà bene a cercare di capire bene su quali basi il Tar ha deciso. Perché per la lista Alessandra Clemente Sindaco che, come indica il nome, sostiene l’erede indicata dall’attuale sindaco, Luigi de Magistris, la riammissione è arrivata senza intoppi («Una soddisfazione enorme», commenta la candidata), e ciò fa intendere che per le liste a sostegno di Maresca i giudici amministrativi devono aver riscontrato irregolarità più gravi. Ne è convinto Manfredi, che di fronte ai commenti del suo avversario si dice meravigliato «che un magistrato definisca scandalosa una decisione dei suoi colleghi». Certo, aggiunge, «dispiace sempre quando delle liste non sono accettate. Ma siamo una democrazia basata sulle leggi, e soprattutto quando si parla di elezioni dobbiamo rispettare le leggi e i giudizi che ci sono. Il responso di un Tribunale va sempre accettato». E così una questione tecnica diventa subito il terreno sul quale consumare una polemica tra candidati. Perché la replica di Maresca è anche più dura della dichiarazione di Manfredi: «Comprendo che per lui una decisione del genere sia propiziatoria alla vittoria burocratica e non basata sul consenso politico, ma io difendo il diritto dei napoletani di votare democraticamente. E mi aspetto che un ex rettore sappia leggere: ho parlato di scandalosa decisione, non si sentenza».

13 settembre 2021 (modifica il 13 settembre 2021 | 22:17)



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Fulvio Bufi , 2021-09-13 20:17:53
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