Genova – A guardarla attraccata al porto di Genova per dei lavori di aggiornamento che la porteranno fra poco a solcare i mari del Nord, la Castorone, nave posatubi tra le più grandi al mondo (e una delle più avanzate tecnologicamente), si vetrina per quello che è: un gigante galleggiante lungo 330 metri e largo 40, che può arrivare a ospitare 700 persone. Questa vera e propria cittadella industriale, progettata dall’italiana Saipem (attiva nel settore delle infrastrutture energetiche), costruita in Cina e completata a Singapore nel 2012, gira i fondali di mezzo mondo per posare tubi che trasportano gas (dalle acque vicino all’Australia fino al Mar Nero, solo per citarne alcune). La Castorone è rimasta ferma un mese nel capoluogo ligure per “una modifica utilizzata per un particolare tipo di varo nel prossimo progetto in Norvegia, che utilizzerà un pipe-in-pipe, un tipo di tubo che ha richiesto una particolare implementazione, una modifica allo stinger” spiega Angela Giustino, vessel asset manager della nave.
In via del tutto eccezionale, essendo in manutenzione, lo stinger, che in inglese vuol dire pungiglione (e in effetti la forma lo ricorda parecchio), si trova fuori dall’acqua, in orizzontale: “È un braccio meccanico costituito da 3 sezioni che permette di accompagnare il tubo sul fondo del mare evitando lo stress e permettendo una posa sicura – ci racconta Giampaolo Bonalumi, head of offshore assets – Può andare dai 15-20 metri di fondale fino ai 2500 metri. La Castorone è dotata di undici eliche che contribuiscono al posizionamento dinamico di classe 3, che garantisce la massima sicurezza. Questo vuol dire che può mantenere la posizione anche in caso di falla o incendio. Una delle caratteristiche della classe 3 è che prevede infatti una completa ridondanza, permette quindi di operare sulla barca in maniera indipendente o congiunta. In caso di incidente in una parte della nave, l’altra può continuare a operare in sicurezza. Anche le linee di produzioni sono indipendenti per garantire la produttività lungo le 24 ore”.
Una fabbrica sulla nave posatubi
Il cuore della nave è composto da impianti di prefabbricazione per tubi anche a triplo giunto (ovvero tre tubi da circa 12 metri saldati che vengono qui poi anche assemblati). Ma andiamo con ordine. Quando i tubi singoli arrivano sulla nave tramite mezzi più piccoli, dopo essere stati stoccati nelle stive della nave, si spostano per subire tre fasi di lavorazione: la preparazione alla saldatura, la saldatura vera e propria e il rivestimento che li rende adatti a stare sott’acqua. I pezzi che escono dalla prefabbrica vengono poi assemblati, per creare un tubo unico, trasportato su dei cingoli, che arriverà poi in acqua. Il tubo è costantemente tenuto in tensione perché non si spezzi: “I tensionatori sono macchine che hanno la capacità di considerare il tubo, con un tiro di 500 tonnellate ciascuno, e possono lavorare in maniera contemporanea o singolarmente – precisa Bonalumi -. Il tubo viene varato in altissimi fondali quindi ha dei tiri molto alti e queste macchine permettono di controllarne la discesa, di trattenerlo o recuperarlo in caso di necessità”.
Ritmo continuo
Se New York è la città che non dorme mai, anche a bordo dell’ammiraglia della flotta Saipem la produzione non si ferma: “Sulla nave abbiamo quattro tipologie di turno e il personale arriva molte volte via elicottero perché spesso lavoriamo davvero lontani dalla costa – racconta il comandante Niccolò Bonvini -. L’eliporto può ospitare anche mezzi grandi, che trasportano anche circa 15-18 persone. Durante l’ultimo progetto, per esempio, abbiamo avuto rotazioni di 200-220 persone a settimana”. Il numero di persone dipende comunque dal progetto, se viene prevista o meno la saldatura dei tripli giunti sulla nave.
Per esempio, nel prossimo progetto in Norvegia nelle acque profonde nel Mare del Nord si procederà all’installazione di una condotta Pipe-in-Pipe ma i tripli giunti saranno prefabbricati a terra, quindi ci saranno circa 450 persone a bordo. Si farà poi una tappa a Gibilterra, una sosta tecnica, dove si imbarcherà ulteriore personale. E se a bordo della nave posatubi, tra i turni serrati ci può essere un po’ di svago nelle sale dedicate o nelle palestre presenti, è anche grazie alla sua organizzazione nella capacità produttiva se la Castorone ha già stabilito alcuni primati.
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di Simona Buscaglia www.wired.it 2025-04-21 04:50:00 ,