Da ormai oltre un anno circola una foto utilizzata per sostenere che le bare di Bergamo fossero una farsa utile a terrorizzare la gente durante la pandemia Covid-19. Questa bufala non circola solo in Italia, un ricercatore di nome Eli David pubblicò il 27 dicembre 2021 la stessa foto per sostenere che le bare fossero in realtà quelle scattate a Lampedusa nel 2013. Ecco quanto da lui affermato: «Remember the photo of coffins from Bergamo, Italy, in March 2020, which terrified the world and contributed to the lockdown frenzy? It was also fake».
Per chi ha fretta
- Le foto delle bare di Lampedusa del 2013 non vennero usate dai media italiani per raccontare i fatti di Bergamo.
- La foto venne diffusa da utenti e siti stranieri, generando la falsa notizia.
- Nell’agosto del 2021 era stata utilizzata nel trailer di un documentario presentato durante la Mostra del cinema di Venezia, un fatto denunciato da Bergamonews.
- L’immagine circola ancora nel 2021 sia in Italia che all’estero.
Analisi
Ecco il tweet di Eli David che ha ottenuto oltre 100 mila “mi piace” e numerosi commenti, in parte da persone che credevano al suo tweet e in parte da chi lo contestava in quanto aveva a sua volta diffuso una bufala.
Questa volta la bufala viene riproposta all’estero e fatta circolare nuovamente in Italia, come possiamo vedere in questo post, pubblicato il 28 dicembre 2021 nel gruppo Facebook “Resistenti e felici del canavese”, dove l’utente Nicolae si rivolge agli iscritti con due «Svegliatevi». L’utente condivideva, a sua volta, il post in lingua rumena di un tal Cipian Nicolae.
Effettuando una ricerca Facebook risulta tutt’oggi condivisa:
Lo scivolone di Simona Ventura
Ad alimentare questa vecchia falsa notizia, quella diffusa nel 2020 che vedeva accusati i media italiani che avrebbero usato la foto sbagliata per alimentare il terrore (ne parliamo qui), potrebbe essere stato uno scivolone di Simona Ventura denunciato da Bergamonews nell’agosto del 2021.
«Annunciato e atteso, “Le 7 Giornate di Bergamo“, il film di Simona Ventura che sarà presentato alla prossima Mostra del cinema di Venezia, riserva già uno scivolone nel trailer» riporta l’articolo di Bergamonews del 24 agosto 2021. Ecco lo screenshot incriminato:
La testata bergamasca ricorda: «Peraltro un’immagine utilizzata a sproposito e strumentalizzata da creatori di fake news sui social nel primi giorni dell’emergenza orobica.»
Il giorno successivo, il 25 agosto 2021, la testata bergamasca annuncia la rimozione della foto falsamente attribuita alla loro città, proprio a seguito della loro denuncia.
L’episodio aveva generato l’indignazione di diversi utenti:
“Le 7 Giornate di Bergamo“, il film di Simona Ventura presentato alla Mostra del cinema di Venezia, riserva già uno scivolone nel trailer. Al 46° secondo ecco apparire la foto di una serie di bare. Chi è di Bergamo, chi ha vissuto quei giorni di immenso dolore e li ha raccontati per dovere di cronaca, sobbalza sulla sedia. Quel fotogramma non è Bergamo. Quella distesa di bare appartengono a un’altra tragedia, quella dell’ottobre 2013, quando morirono in mare davanti alle coste di Lampedusa centinaia di somali ed eritrei che cercavano di giungere sulle coste italiane.
SCANDALOSO, UNA MANCANZA DI RISPETTO VERSO I PARENTI DELLE VITTIME E DEI CITTADINI DELLA BERGAMASCA. SCANDALOSA ANCHE LA PRESENZA A VENEZIA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA A METTERE IL CAPELLO SUL DOCUFILM, LORO TRA I RESPONSABILI DELLA MANCATA ZONA ROSSA E DEL DISASTRO DELLA SANITÀ PUBBLICA E TERRITORIALE DISTRUTTA DA ANNI DI TAGLI A FAVORE DELLA SANITÀ PRIVATA. VERGOGNA!!!!! INVECE UN ENCOMIO A TUTTI I VOLONTARI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA COSTRUZIONE DELL’OSPEDALE IN FIERA.
Conclusioni
Come avevamo già spiegato nel 2020 (qui), le immagini delle bare di Bergamo diffuse dai media italiani non erano affatto quelle del 2013 di Lampedusa. A diffonderle sono stati utenti e siti internet stranieri, generando la falsa notizia. Le foto erano altre e sono documentate, nonostante tutto questo tipo di bufale vengono riciclate e rilanciate in continuazione (ne parliamo qui e qui).
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
Leggi anche:
Source link
Scritto da David Puente perwww.open.online il 2021-12-31 13:01:19 ,