Nuove case in penisola sorrentina, decide la Consulta – Metropolisweb

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Il momento della verità alla fine è arrivato. Sarà la Corte Costituzionale a dover risolvere una volta per tutte la querelle sull’applicazione del Piano casa in penisola sorrentina e le eventuali deroghe ai limiti urbanistici. L’udienza è stata fissata per il prossimo 24 novembre quando a Roma si discuterà nel dettaglio della vicenda del progetto ex Apreamare messo a punto dall’ingegnere Antonio Elefante: si prevedeva la realizzazione di 56 abitazioni al posto di un capannone dismesso in località Santa Lucia ma il Tar della Campania, su ricorso di un residente, ha bocciato l’intervento edilizio perché si sostiene che ci sia il mancato rispetto delle leggi sulle altezze degli edifici e sulle distanze dagli altri immobili. Il complesso a più livelli prevedeva anche attici e piscine all’ultimo piano. Fumata nera anche al Consiglio di Stato che oltre a rilevare possibili violazioni urbanistiche ha anche sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla procedura rivolgendosi alla Consulta. Adesso la Corte Costituzionale – con udienza pubblica fissata a novembre, i Verdi ambienti e società non si sono costituiti in giudizio – dovrà stabilire se si possano o meno trovare deroghe ai limiti urbanistici. Ci sono diverse linee di pensiero: c’è chi sostiene che si possa prevalere sulle altre norme di tutela ambientale a dispetto di numerose pronunce della giustizia amministrativa che evidenziano che il Put non può aprire a “finestre” o deroghe che possano quindi spalancare le porte a nuove colate di cemento o speculazioni. Nel dettaglio, la Corte Costituzionale deve stabilire se l’articolo 12 della legge del Piano casa sia o meno in contrasto alla Carta costituzionale che evidenzia che la tutela del paesaggio è materia di competenza statale e non regionale. Il progetto per realizzare un complesso immobiliare nel rione di Santa Lucia a Sorrento – che vedeva Elefante in campo assieme alle società Am Marine (in liquidazione), Aldebaran ed Fg Buildings – ipotizzava la costruzione di una cinquantina di abitazioni, di cui 19 da cedere con la formula dell’housing sociale mentre le rimanenti sarebbero state piazzate sul mercato. C’erano già 300 persone che avevano fatto richiesta di assegnazione degli alloggi attraverso il bando pubblicato dal Comune di Sorrento: le case, con posti potenzialmente da riservare pure alle forze dell’ordine, sarebbero state messe in vendita a un prezzo non superiore a 2mila 600 euro al metro quadrato. Ma sinora la giustizia amministrativa ha sinora bloccato tutto. Non va dimenticato neppure che l’area dove ricade il capannone ex Apreamare è definita zona D1 dove, già per il Tar, si consentono appena interventi per insediamenti produttivi e industriali. «Nel caso di specie ci troviamo di fronte a un intervento di nuova edificazione – scrissero i giudici – E’ pacifico che l’immobile esistente, un capannone industriale dismesso, sia un manufatto del tutto diverso dall’edificio che si progetta di costruire, una palazzina a destinazione residenziale». Nell’iter giudiziario amministrativo disco rosso pure sul fatto che era stata attuata dalla Soprintendenza la procedura semplificata.



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Salvatore Dare
2021-07-16 06:30:56

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