Nuovo giro di vite sui social in Cina. L’app Signal diventa inaccessibile

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AGI – Anche Signal, la app di messaggistica istantanea di chat e chiamate crittografate, risulta inaccessibile in Cina. Dalla serata di lunedì 15 marzo, la app non risulta funzionare senza l’aiuto di un Vpn (virtual private network) per aggirare le restrizioni del Great Firewall, pur rimanendo presente sugli app store cinesi, nella giornata di martedì

Signal si aggiunge, quindi, all’elenco di app e siti web oscurati o soggetti a restrizioni dalla censura on line cinese, che conta anche il maggiore competitor della app, Whatsapp, e i grandi nomi di internet, come Facebook, Twitter, YouTube e Gmail, per citare i casi maggiori. Ancora non è chiaro se lo stop a Signal sia temporaneo o permanente, e la app sembra funzionare, invece, a Hong Kong.

Signal ha acquisito popolarità tra dissidenti politici, giornalisti e membri dell’etnia uigura all’estero alla ricerca di un metodo di comunicazione che minimizzi i rischi di intercettazione da parte del governo.

L’ultima vittima della censura cinese, prima di Signal, era stata, il mese scorso, la audio-app di social media Clubhouse, che aveva attirato l’attenzione dei censori cinesi per le discussioni su temi considerati sensibili da Pechino, tra cui quelle incentrate sui dossier caldi di Taiwan, Hong Kong e delle violazioni ai diritti umani nella regione autonoma dello Xinjiang, in cui vive la minoranza uigura.

Signal ha aumentato la propria popolarità in Cina dopo gli ultimi aggiornamenti alla norme sulla privacy di Whatsapp, ed e’ stato scaricato oltre 510mila volte sui sistemi iOs nel Paese asiatico (i download a livello mondiale sono cento milioni).

Il successo di Signal in Cina rimane comunque molto inferiore a quello di WeChat, la app di messaggistica e servizi sviluppata dal gigante cinese di internet TenCent, che domina nel Paese asiatico.

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