Ogni bimbo è un dono, il messaggio del Papa per la Giornata della sindrome di Down

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“Ogni bimbo ha bisogno di essere accolto e amato, sempre”, è il messaggio che Papa Francesco ha voluto lanciare oggi al mondo e ai fedeli cattolici in occasione della Giornata mondiale della sindrome di Down. “Ogni bambino che si annuncia nel grembo di una donna è un dono, che cambia la storia di una famiglia: di un padre e di una madre, dei nonni e dei fratellini. E questo bimbo ha bisogno di essere accolto, amato e curato. Sempre!” ha scritto infatti il Pontefice sul suo account twitter con l’hashtag #WorldDownSyndromeDay quello usato per ricordare l’appuntamento internazionale che ha l’obiettivo di diffondere una maggiore consapevolezza e conoscenza della sindrome di down.

Le parole di Bergoglio sulla sindrome di down non sono una novità visto che il Pontefice e il Vaticano da tempo sono in prima linea contro quella che definisco la minaccia della cultura dello scarto. “Da tale cultura sono colpite soprattutto le categorie più fragili, tra le quali vi sono le persone con disabilità. Negli ultimi cinquant’anni sono stati compiuti passi importanti, a livello sia delle istituzioni civili sia delle realtà ecclesiali. È cresciuta la consapevolezza della dignità di ogni persona, e questo ha portato a fare scelte coraggiose per l’inclusione di quanti vivono una limitazione fisica o/e psichica. Eppure, a livello culturale, permangono ancora troppe espressioni che di fatto contraddicono questo orientamento. Si riscontrano atteggiamenti di rifiuto che, anche a causa di una mentalità narcisistica e utilitaristica, sfociano nell’emarginazione, non considerando che, inevitabilmente, la fragilità appartiene a tutti” aveva scritto il papa in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, aggiungendo: “In realtà, ci sono persone con disabilità anche gravi che, pur con fatica, hanno trovato la strada di una vita buona e ricca di significato, come ce ne sono tante altre “normodotate”, che tuttavia sono insoddisfatte, o a volte disperate. La vulnerabilità appartiene all’essenza dell’uomo. Per “ricostruire meglio” la nostra società, bisogna che l’inclusione dei soggetti più fragili comprenda anche la promozione della loro partecipazione attiva”





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