Si è chiusa stasera, almeno in primo grado, la vicenda di Desirée Mariottini. Sono passati quasi tre anni da quando, la mattina del 19 ottobre del 2018, la sedicenne originaria di Cisterna di Latina, venne trovata morta dalla polizia in uno stabile abbandonato in via dei Lucani, a San Lorenzo.

La situazione parve subito grave: la ragazza, giovanissima, riportava segni di violenza. E in pochi giorni, nonostante la situazione di degrado perché quell’immobile era frequentato solo da pusher e tossicodipendenti, il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pubblico ministero Stefano Pizza riuscirono a ricostruire la storia.
Desirée, l’ultimo sfregio: i genitori accusati di “abbandono di minore”. Ma per chi li ha denunciati rinvio a giudizio per calunnia
di
Andrea Ossino

Quella di una ragazzina che finita nelle mani di quattro uomini che le hanno dato droga e psicofarmaci per stordirla e poterne abusare. Ma quel cocktail per la piccola Desirée è stato fatale. E quando i quattro si sono accorti che era in difficoltà hanno preferito salvarsi piuttosto che chiamare i soccorsi, lasciandola morire così, in mezzo a una strada di Roma, lontana dalla mamma e dalla nonna.

La procura aveva chiesto l’ergastolo per tutti e quattro gli imputati: il ghanese Yousif Salia, 33 anni, i senegalesi Mamadou Gara, 28, Brian Minthe, 44, e il nigeriano Chima Alinno, 48.