I chip iniziali di Rain si basano sull’architettura open-source Risc-V, adottata da Google, Qualcomm e altre aziende tecnologiche e destinata a quelli che l’industria tecnologica chiama dispositivi edge, situati lontano dai data center, come telefoni, droni, automobili e robot. Rain punta a realizzare un chip in grado di addestrare e gestire gli algoritmi di machine learning. Rain ha rivelato agli investitori l’esistenza di trattative in stato avanzato per vendere i suoi sistemi a Google, Oracle, Meta, Microsoft e Amazon. Microsoft ha rifiutato di commentare e le altre aziende non hanno risposto alle richieste di commento di Wired.
Timori per la sicurezza
Il round di finanziamento guidato da Prosperity7 annunciato l’anno scorso ha portato il finanziamento totale di Rain AI a 33 milioni di dollari ad aprile 2022. Secondo le informazioni fornite agli investitori, la cifra è sufficiente a coprire le operazioni dell’azienda fino all’inizio del 2025 e porta la sua valutazione complessiva a 90 milioni di dollari. I documenti citano l’investimento personale di Altman e la lettera di intenti firmata da OpenAI come motivazioni per sostenere l’azienda.
In un comunicato stampa di Rain diffuso in occasione della raccolta fondi dell’anno scorso, Altman ha elogiato la startup per aver realizzato un prototipo nel 2021, sottolineando che l’azienda “potrebbe ridurre notevolmente i costi di creazione di potenti modelli di intelligenza artificiale e contribuire un giorno a rendere possibile una vera intelligenza artificiale generale“.
L’investimento di Prosperity7 in Rain ha attirato l’attenzione del Comitato interagenzia per gli investimenti esteri degli Stati Uniti (Cfius), che ha il potere di bloccare gli accordi che potrebbero minacciare la sicurezza nazionale.
Il Cfius è da tempo preoccupato dalla possibilità che la Cina acceda ai semiconduttori avanzati degli Stati Uniti e che il paese utilizzi intermediari in Medio Oriente per acquisire informazioni in merito a tecnologie fondamentali, afferma Nevena Simidjiyska, socio dello studio legale Fox Rothschild. “Al governo non interessa il denaro – spiega Simidjika –, ma l’accesso, il controllo e il potere di un attore straniero“.
Rain ha ricevuto un piccolo investimento di avviamento dall’unità di venture capital del motore di ricerca cinese Baidu apparentemente senza problemi, mentre il più consistente investimento saudita ha suscitato notevoli timori. Prosperity7, un’unità di Aramco Ventures, che fa parte della società petrolifera statale Saudi Aramco, avrebbe potuto permettere al gigante saudita del petrolio e ad altre grandi aziende del Medio Oriente di diventare clienti, ma avrebbe anche messo Rain in stretto contatto con il governo saudita. Megan Apper, portavoce della Cfius, afferma che il comitato è “impegnato a intraprendere tutte le azioni necessarie nell’ambito della sua autorità per salvaguardare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti“, ma che “non commenta pubblicamente le transazioni che potrebbe o non potrebbe esaminare“.
È probabile che OpenAI dovrà trovare partner con grandi finanziamenti alle spalle se vuole avere un certo controllo sulle sue esigenze a livello di hardware. I concorrenti della società, come Amazon e Google, hanno dedicato anni a sviluppare chip personalizzati per i loro progetti di AI, che possono per altro finanziare con i ricavi dei loro redditizi core business. Altman non ha escluso che anche OpenAI possa iniziare a produrre i propri chip, un obiettivo che richiederebbe però a sua volta un finanziamento significativo.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.
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di Paresh Dave www.wired.it 2023-12-05 05:40:00 ,