«Ora tifiamo uniti per il governo»- Corriere.it

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La tregua. Nel giorno in cui Enrico Letta incontra Mario Draghi, il segretario del Pd blinda l’esecutivo insieme a Matteo Salvini. Con un’ora e un quarto di faccia a faccia («più di quello con Renzi» si annota maliziosamente dal Nazareno), il cui senso è: «Non facciamoci del male». L’idea è che sia Letta che Salvini condividano, almeno per un po’, le sorti: «Il successo dell’uno è il successo dell’altro» osserva un leghista. Salvini la dice così: «Entrambi abbiamo interesse perché il governo Draghi sia un successo per l’Italia e gli italiani». In realtà, il faccia a faccia era nell’aria da giorni, ma gli impegni di entrambi (o le rispettive tattiche) l’avevano ritardato. Fino a un whatsapp di ieri mattina che fissa l’incontro nella sede dell’Arel, il centro studi fondato da Beniamino Andreatta. Osserva Letta: «Con la Lega andremo alle elezioni su fronti contrapposti ma in questo momento insieme sosteniamo il governo Draghi, tifiamo per il governo Draghi per far uscire l’Italia dalla pandemia con i vaccini e la ripresa economica».

Il perno del patto è il decreto che aiuterà la ripartenza delle imprese. Salvini lo sottolinea: «Si chiamerà decreto imprese». L’accordo si rafforza dopo che Letta, nel pomeriggio, incontra il premier Mario Draghi. Un colloquio «lungo e approfondito» in cui il segretario dem illustra al premier la proposta di decreto figlia dell’accordo con Salvini. Poi, il capo del governo e il segretario pd affrontano il tema dello stato di salute della coalizione. Il segretario del Nazareno garantisce: «Cercheremo sempre il terreno della responsabilità nazionale». È quello che aveva discusso poco prima con Salvini: «Fermi restando che siamo su fronti contrapposti, oggi è il momento della tregua, occorre individuare le priorità e sostenerle con forza».

Spiega Salvini: «Abbiamo parlato dei temi su cui c’è accordo: salute, decreto impresa, lavoro. Se mettiamo gli elementi divisivi sul tavolo non facciamo un bene al Paese». Come dire che di ius soli e legge Zan non si parlerà più? Nella Lega ostentano convinzione, nel Pd molto meno. In ogni caso, non si è parlato solo di questioni economiche, i due dialogano di come e quando dovrà riaprire il Paese. La cosa interessa entrambi, ma l’ambizione poco nascosta di Salvini è quella di potersi intestare ogni anticipo di riapertura. Sulla legge elettorale i due sono lontani: Letta pensa al Mattarellum, per Salvini «va bene quella che c’è». L’accordo, sia pure tutto da costruire, è invece sul trovare un sistema per scoraggiare i cambi di casacca, il passaggio da un partito all’altro. L’idea è quella di agire sui regolamenti parlamentari, il modello sembra essere quello europeo, dove non esiste il gruppo misto.

Si inserisce invece nella costruzione del nuovo campo progressista modello Ulivo l’incontro del mattino fra lo stesso Letta e Vito Crimi. L’ex reggente dei 5 Stelle viene considerato una figura di riferimento della galassia grillini. Dunque Letta e Crimi dialogano sul futuro della coalizione. L’obiettivo è la costruzione di un campo largo di centrosinistra che possa essere competitivo e vincente fin dalle prossime amministrative. Letta ha inoltre incontrato Giacomo Portas, leader dei Moderati, partito che comporrà la coalizione cui lavora Letta, e la vicepresidente dell’Emilia-Romagna Elly Schlein. Mentre per Salvini, faccia a faccia con l’ambasciatore del Bahrain, Naser Mohamed Yousef Al Belooshi. Anche per ringraziarlo dell’investimento del paese in Corneliani.

9 aprile 2021 (modifica il 9 aprile 2021 | 22:43)

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