«Pd centrale nell’asse con il M5S. Approveremo ius soli e ddl Zan»- Corriere.it

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di Monica Guerzoni

Il segretario del Partito democratico chiude la Festa dell’Unit: Leali con il governo, chi ambiguo contro la salute. Su Lega e Fratelli d’Italia: Hanno alleati come polacchi e ungheresi: quello non centro-destra, ma destra estrema

Finisce con una frase enfatica pronunciata quasi sottovoce: Da questa pandemia non si uscir a destra, ma a sinistra, dalla parte della solidariet e dei valori sociali e cio dove siamo noi. Sta a noi essere all’altezza di questo appuntamento con la storia. Finisce con Enrico Letta che sventola una maxi-bandiera del Pd, per rivendicare anche plasticamente l’orgoglio di una forza politica che ambisce, nei piani del segretario, a diventare con lui il pi grande partito del centrosinistra in Europa.

L’ex premier alla prova dei militanti. La sua prima Festa dell’Unit da leader, la sua prima chiusura dal palco in 40 minuti appena di discorso
, declinato con umilt, forza e quel suo tono da professore, un discorso attentissimo a non scontentare i dirigenti, a citare i tre ministri Franceschini, Orlando e Guerini e i big europei Sassoli e Gentiloni, attentissimo a non soffiare sul fuoco delle correnti: Sei mesi fa mi avevano detto che accettando la guida del Pd avrei trovato un campo di Agramante, ma non stato cos. Tre i pilastri: il nuovo bipolarismo, il vaccino come libert e il Pd come partito delle imprese e non solo dei lavoratori.

Letta comincia dal Covid, per dire al Paese che il vaccino libert. Attacca Salvini, ma nemmeno lo nomina: Chi ambiguo su green pass e vaccini contro la salute degli italiani, contro le imprese e i lavoratori. E chi non si vuole vaccinare contro l’altrui libert e non pu essere premiato. Chiama l’ovazione per il presidente Mattarella. Promette (strappando l’applauso pi lungo) che le sue battaglie per i diritti civili non sono bandierine e parole, ma diventeranno leggi: Il ddl Zan il nostro impegno e recupereremo l’errore della scorsa legislatura, quando non siamo riusciti a varare una nuova legge sulla cittadinanza. E quando arriva alle alleanze prova a spegnere gli echi degli applausi incassati tre giorni fa, sotto lo stesso tendone, da Giuseppe Conte: Il nostro partito per l’unit e per una coalizione che andr costruita attorno a noi, con generosit e impegno. Sotto al palco, il vicesegretario Peppe Provenzano applaude sollevato: Ma quale Opa di Conte sul Pd! Il perno della coalizione saremo noi.

Letta lo ripete pi volte, si dice sicuro che l’alternativa alla destra si costruir attorno al Pd e il nome del presidente dei 5 Stelle, che venerd a Bologna ha intonato Bella Ciao con l’evidente intento di sedurre la base dem, dimentica di pronunciarlo. Il messaggio di Letta insomma che l’alleanza per le Politiche si far, ma non sta scritto da nessuna parte che il candidato premier dovr essere Conte. Unit, la parola chiave, per il partito e per il centrosinistra che verr. Perch se i partiti di centrodestra alle elezioni li tiene uniti il potere e poi non sono in grado di governare, il Pd ha sempre avuto il problema opposto: Abbiamo la terribile tendenza a dividerci sempre nei momenti decisivi. I 500 militanti entrati con green pass e mascherina lo sanno bene, gridano bravo Enrico!.

Il segretario va avanti, dichiara finito il tripolarismo nato con le elezioni del 2013 e inaugura la nuova fase del bipolarismo estremo dove una posizione intermedia non c’ e gli elettori staranno di qua o di l. Leali al governo Draghi, come il Pd, oppure alleati con i governi ungherese e polacco. E qui il segretario alza un poco il tono per dire che quello della Lega e di Fratelli d’Italia non centrodestra, ma destra estrema e adesso il Pd ha la grande responsabilit di correre verso la vittoria alla guida di una coalizione europeista, democratica e progressista. La prima prova? Suppletive e amministrative, che saranno decisive. Letta si mostra ottimista: Ci siamo, stiamo combattendo in ogni Comune.

A sei mesi al debutto, Letta non stanco n pentito di aver lasciato Parigi per Roma, anzi si descrive orgoglioso e felice di aver preso il testimone da un nostro grande leader come Nicola Zingaretti. Uno che la sera prima dallo stesso palco ha scagliato (senza far nomi) non poche pietruzze sulle correnti e i loro capi: Penso che lo choc della mia uscita sia servito, dovevo evitare di far coincidere l’avvio del governo Draghi con una guerriglia permanente nel Pd. Acqua passata, Franceschini, Orlando e Bonaccini applaudono il nuovo segretario che illustra la sua missione Paese, con l’agenda digitale e quella ambientale e la sua idea di Europa, dove il Pd far le sue battaglie e le vincer.

Dopo 19 giorni di dibattiti e piadine la Festa smonta gli stand. stata un’edizione sottotono, ma non per Letta: I nostri volontari dai 16 ai 99 anni sono adrenalina pura, con loro si capisce il passato e il futuro.

12 settembre 2021 (modifica il 12 settembre 2021 | 23:42)



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Monica Guerzoni , 2021-09-12 21:01:08
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