Ha approfittato “dell’indebolimento della corretta percezione della realtà” e dello stato di “vulnerabilità” che per anni ha reso Gina Lollobrigida suggestionabile. Il tutto per appropriarsi dei beni dell’attrice scomparsa il 16 gennaio 2023.
Per questo motivo Andrea Piazzolla, l’ex collaboratore della “Bersagliera” è stato condannato a scontare 3 anni di reclusione e a risarcire le parti civili. Dovrà dare circa mezzo milione di euro agli eredi in attesa di discutere la vicenda davanti al tribunale civile. Dissequestrata la villa sull’Appia antica a favore degli eredi della diva.
Secondo i legali di parte civile, Alessandro e Michele Gentiloni Silverj, l’imputato avrebbe sottratto oltre dieci milioni di euro. Il sostituto procuratore Eleonora Fini, che aveva chiesto una condanna a 7 anni e mezzo di carcere, riteneva che Piazzolla negli anni si fosse impossessato di circa 350 beni di proprietà dell’attrice, spesso messi in vendita tramite diverse case d’asta.
Gina Lollobrigida aveva sempre difeso Piazzolla
Lollobrigida tuttavia aveva sempre difeso il suo ex factotum scagliandosi contro il figlio Milko Skovic e il nipote Dimitri, ovvero contro chi ha dato il via ai diversi procedimenti rivolgendosi alla procura.
“È come un figlio per me, mi sta accanto come un figlio, mi ha aiutato ad andare avanti. La sua figlia Gina si chiama come me, è una tigre. Andrea non ha mai sbagliato. È una persona brava e per avermi aiutato sta avendo dei guai terribili. La vita è mia e io decido cosa farne. Fare dei regali ad Andrea e la sua famiglia è una cosa che riguarda me”, aveva detto l’attrice.
Andrea Piazzolla: “Sono l’unico che si è preso cura di lei”
“Sono stato l’unico che si è preso cura di Gina Lollobrigida con amore e continuo a farlo . Non ho mai visto a Subiaco (dove è sepolta l’attrice ndr) il figlio o il nipote o il presunto marito”, ha detto in aula Piazzolla al termine del dibattimento di questa mattina. Erano stati i magistrati a sollecitare una verifica delle condizioni psichiche della donna.
La perizia accertò la fragilità psicologica di Gina Lollobrigida
Nel 2017 i periti – nominati dal gip Maria Paola Tomaselli in sede di incidente probatorio – avevano spiegato che la salute mentale della donna era consona all’età, ma che lei in particolari situazioni o rapporti sarebbe potuta essere raggirata. In pratica, escludendo una situazione di “infermità mentale derivante da patologie psichiatriche”, i periti avevano messo nero su bianco “un indebolimento della corretta percezione della realtà” e uno stato di “vulnerabilità” che rende “possibile l’altrui opera di suggestione”.
Grazie a questa patologia Piazzolla, sostiene la procura, ha depauperato il patrimonio dell’attrice. E avrebbe anche convinto Gina Lollobrigida a nominarlo amministratore di diverse sue società e a vendere alcuni appartamenti. Per questo adesso Piazzolla è stato condannato. Intanto dovrà affrontare anche altri procedimenti penali scaturiti da questo filone principale.
Milko Skofic: “Rimpiango il tempo perduto senza mamma”
Soddisfatti gli avvocati di parte civile, Gentiloni Silverj: “dopo tanti anni di lavoro in tribunale di Roma ha detto una parola di giustizia su quello che Gina Lollobrigida e la sua famiglia hanno passato negli ultimi anni di vita”, hanno detto uscendo dall’aula. “È comunque una cosa amara. Questa sentenza mette le cose in equilibrio, ma tutto ciò non doveva succedere. È una considerazione dal punto di vista umano”, ha invece detto Milko Skofic che ha aggiunto: “Un rimpianto? Il tempo perso con il processo che mi ha impedito di stare vicino a mia madre quanto avrei voluto e anche gli anni persi da lei”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2023-11-13 17:56:35 ,roma.repubblica.it