Pillola dei 5 giorni dopo, il Consiglio di stato ha dato il via libera alla vendita senza ricetta, anche per le minorenni

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Il Consiglio di Stato ha dato il via libera alla vendita in farmacia senza ricetta, anche per le donne minorenni, della pillola dei 5 giorni dopo, rigettando il ricorso delle associazioni cosiddette “pro vita”. La sentenza riguarda il farmaco EllaOne, già autorizzato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) a ottobre 2020.

Si tratta di un provvedimento fondamentale per la tutela della salute fisica e psicologica delle adolescenti, così come della loro possibilità di avere un futuro lavorativo dignitoso e indipendente. Infatti, oltre ad essere esposte a un più alto rischio di morbosità e mortalità perinatale, secondo le dichiarazioni di Aifa riportate dal Sole 24 ore, nella maggior parte dei casi le giovani si trovano ad affrontare gravidanze non pianificate e che terminano di frequente con un aborto.

Le adolescenti in gravidanza si trovano poi molto spesso in situazioni di rischio, connesse sia alla difficoltà di poter accedere ai servizi materno-infantili, sia alla difficoltà di accedere all’interruzione di gravidanza, dovuta all’elevatissimo numero di obiettori di coscienza negli ospedali pubblici italiani. La gravidanza adolescenziale è anche associata a una minore probabilità per le giovani di terminare gli studi, a una minore possibilità di occupazione e inserimento nel mondo del lavoro e maggiori probabilità di crescere i propri figli da sole o in grave difficoltà economica.

La sentenza del Consiglio di stato ha rigettato tutti i ricorsi presentati da varie associazioni “pro vita”, secondo cui la pillola dei 5 giorni dopo, ovvero il farmaco EllaOne sarebbe stato distribuito senza studi e sperimentazioni e avrebbe comportato supposti effetti abortivi, che sarebbero sfuggiti alle garanzie imposte dalla disciplina sull’interruzione volontaria della gravidanza, oppure effetti collaterali come danni al fegato e possibili gravidanze extrauterine. Al contrario, il Consiglio ha verificato come la decisione dell’Aifa sia stata basata su studi scientifici di cui ben dà contezza il Giudice di prime cure.

Infatti, oltre a non presentare i suddetti effetti collaterali, EllaOne è un farmaco antiovulatorio, che agisce prima dell’impianto dell’embrione e non quindi viola in alcun modo la normativa sull’interruzione della gravidanza. Inoltre, continua il Consiglio, prendere la pillola dei cinque giorni dopo non è “un atto medico somministrato a un paziente” ma la volontaria assunzione di un farmaco, per il quale l’Aifa non ha previsto alcuna prescrizione.

La sentenza sottolinea poi come imporre alle giovani di ricevere il “consenso dei genitori o dei tutori” andrebbe a limitarne il diritto “alla vita, alla salute, alla dignità e all’auto-determinazione della persona”. Pertanto, “non ponendosi l’eliminazione della prescrizione medica in contrasto da un lato con il diritto del minore ad una corretta informazione (non essendo sufficiente il foglio illustrativo di accompagnamento), dall’altra, con il diritto dei titolari della responsabilità genitoriale ovvero di chi ne fa le veci a sostituirsi al minore – pur tenendo in considerazione la sua volontà – in relazione all’età, al grado di maturità, avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita del minore nel pieno rispetto della sua dignità .



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di Kevin Carboni www.wired.it 2022-04-21 14:21:25 ,

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