“TikTok, Twitch, Instagram. Papà prenderebbe un po’ in giro chi li usa, ma poi sarebbe il primo a tuffarsi e a sperimentare le loro potenzialità. E direbbe alla sua squadra: ‘Proviamoli!'”. Così Maurizio Biscardi, figlio del giornalista Aldo Biscardi, ha ricordato il padre con una certa commozione. “La sua simpatia e la sua capacità di mettersi in gioco sono stati capiti da tutti gli italiani, il papà privato però lo tengo per me, scusatemi”. Un momento bello, toccante, durante la tavola rotonda “Il metodo Biscardi e i nuovi media”, incontro preparatorio alla consegna del Premio Biscardi che si è tenuto all’Università di Roma Tor Vergata giovedì 28 aprile. L’evento di chiusura del ciclo di appuntamenti, la consegna del premio, si terrà il 16 luglio a Seregno (Monza-Brianza), con festa in una villa di Erba rivitalizzata dal Fai.
Al centro della tavola rotonda i nuovi strumenti di comunicazione e i linguaggi che di conseguenza devono adattarsi. Ma anche i giovani, il ruolo del giornalismo, il calcio femminile, l’importanza della scuola. Biscardi, insomma, continua a generare discussioni e dibattito, anche senza “Moviolone”. Hanno preso parte, oltre alla presidente del Premio, Antonella Biscardi, l’ad del Sassuolo, Giovanni Carnevali, il rettore di Tor Vergata Orazio Schillaci, la preside della facoltà di Economia Lucia Leonelli, Simonetta Pattuglia, direttrice del Master Economia e Management della comunicazione e dei media e del Master in Marketing e Management dello Sport, Rossana Ciuffetti, direttrice della Scuola dello Sport di Sport e Salute. E poi ancora Sandra Aitala, responsabile brand strategy, media & commercial communication di Tim, il presidente dell’Ussi Gianfranco Coppola, Luigi Di Maso, responsabile editoriale di Social Media Soccer, Manuela Ronchi, ceo di Action Agency, Sergio Cherubini, presidente del Master Marketing e Management dello Sport di Tor Vergata. Sono intervenuti anche il giornalista Alessandro Pica, l’attore Luigi Pisani, Guido D’Ubaldo, presidente Ordine dei Giornalisti del Lazio, Vincenzo Riccone, delegato nazionale Ordine dei Giornalisti del Molise, Laura Gobbetti, giornalista di La7, Ugo Francicanava, Giornalista di La7, lo scrittore Nicola Calzaretta. Ha moderato il giornalisto Luca Colantoni.
I valori eterni dello sport
Il dibattito si è aperto con la lettura del presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Aldo Biscardi è entrato nelle nostre case e nell’immaginario collettivo esplorando orizzonti inediti che hanno fatto scuola”. Dal “Processo del Lunedì” al “Processo di Biscardi” su Tele+, unico programma trasmesso in chiaro per attrarre nuovi abbonati. Tra le parole più utilizzate nei vari interventi la “democratizzazione” dello sport introdotta da Biscardi in una Rai all’epoca rigida, la capacità di coinvolgere politici, filosofi e artisti nel dibattito sportivo. È stato, Biscardi, il papà dell’infotainment. “La bellezza del Premio – ha detto la professoressa Simonetta Pattuglia – è che non si tratta solo di una raccolta di bei ricordi, ma crea uno scambio intergenerazionale intorno ai valori dello sport, che vanno oltre il tempo e le singole persone. Grazie al racconto sportivo, tra pandemia e guerra, i giovani trovano un motivo di costruzione di narrazione positiva com’era quella di Biscardi”.
Come cambia il giornalismo sportivo
Gianfranco Coppola, presidente dell’Unione stampa sportiva italiana, ha spiegato agli studenti come “lo sport sia il settore più delicato. Si commenta un evento che vedono tutti, è quindi più difficile. E da questo racconto sono partiti giornalisti che hanno dato lezioni alle generazioni future come Ghirelli, Fattori, Palumbo. Quest’ultimo tornava a dimora col tram e ascoltava le persone, ci stava in mezzo. Così si fa il giornalista. Biscardi è stato un fior di giornalista per il senso della notizia. Le sue trasmissioni, che sembravano improvvisate, erano studiate nei dettagli. Assegnò a tutti gli ospiti una squadra del cuore, scelse personaggi un po’ fuori dal comune. Tutte le trasmissioni in italia e all’estero ora lo copiano. Era la tv della piazza”.
Nuovi format televisivi
Per Luigi Di Maso di Social media soccer possiamo parlare di “Brand Biscardi”: è stato riconoscibile, ha avuto elementi ben distinguibili, è stato trasparente e ricco di colpi di scena come le telefonate aperte. “Pensate a Berlusconi che ha annunciato Kakà in diretta tv. C’era poi un’elevata personalizzazione: su Tele+ il suo cognome entrò nel nome del programma. Oggi – ha proseguito Di Maso – esistono tre tipi di talk sportivi: “digitali tradizionali”, col giornalista ma su Twitch o Instagram, “talk senza giornalista”, condotti da ex calciatori che annullano i filtri e danno loro stessi le notizie raccontando aneddoti e avendo come ospiti personaggi difficilmente avvicinabili dai giornali. L’esempio più clamoroso è la Bobo Tv. In Spagna, poi, si è già arrivati ai programmi condotti dai gamer, che invitano i compagni di squadra.
“Investiamo sui giovani, prima di tutto come persone”
Assediato dalle domande degli studenti, interessati a scoprire il futuro di Raspadori per il fantacalcio, l’ad del Sassuolo Giovanni Carnevali ha parlato degli investimenti fatti dai neroverdi in impianti sportvi, sale conferenze e progetti per il territorio. Ideati non solo per cercare nuovi talenti, ma anche per aiutare piccole società e organizzazioni locali a crescere i ragazzi. “Siamo una società giovane, nata cento anni fa ma in continua corsa. Studiamo e cerchiamo di fare cose diverse rispetto agli altri, cercando di comprendere i cambiamenti del marketing, dei social network e della comunicazione. Ambiti in cui il mondo sportivo deve crescere. Col progetto “Generazione S”, di responsabilita sociale, puntiamo su educational, experience e academy. È bello mettere in contatto i bambini con i giocatori della prima squadra. Con chi cura la crescita dei più piccoli parliamo di tutti gli aspetti. Dalla tattica al cyberbullismo, fino all’alimentazione”.
Nel Pnrr un miliardo per lo sport
Parlando di sostenibilità economica dei progetti sportivi col professor Sergio Cherubini, Rossana Ciuffetti della Scuola di Sport di Sport e Salute vede come una “grande occasione il miliardo di euro destinato allo sport dal Pnrr. Settecento milioni per la ristrutturazione degli impianti e trecento per l’edilizia scolastica”. Ribadendo l’impegno delle istituzioni in progetti che combattono l’obesita, il diabete, la scarsa partecipazione all’attività sportiva: l’Italia, da questo punto di vista, è la quinta peggiore nazione al mondo. Un problema di cui serve parlare: gli incontri legati al Premio Biscardi sono un ottimo momento per farlo.