Protettive, procuratrici, alcune sembrano Wags: la mamma è sempre la mamma, anche dei calciatori – Calcio

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Dietro ogni grande calciatore c’è una grande donna, sorpresa: quasi sempre è la mamma. Nell’età in cui deve tutto accadere i papà fanno gli autisti dei sogni, portando i figli nel tragitto casa-campo; ma sono le mamme a custodirli in silenzio, quei sogni. Mamme affettuose o agguerrite, che restano nell’ombra o che si prendono la scena, mamme da selfie compulsivi, mamme da “se ramo du spaghi”, mamme vintage, mamme da far invidia alle Wags. Mamme, tante eppure una sola.

Da mamma Tota Maradona a ‘Madre coraggio di Ronaldo’

La mamma delle mamme del calcio è stata la Tota, all’anagrafe Dalma Salvadora Franco, che generò il più grande di tutti: Diego Armando Maradona. Il rapporto tra loro fu totalizzante. Diego la chiamava “La Tota”, perché sapeva fare tutto. Il soprannome poi passò ad un compagno del Napoli, Francesco Romano, che in campo – appunto – era ovunque. Negli anni poveri di Villa Fiorita, doña Dalma fingeva sempre di soffrire di mal di stomaco. Il cibo per tutti non bastava, che almeno i figli avessero di che mangiare. Son sacrifici che i figli ricordano. La stessa cosa è capitata a Romelu Lukaku. Viveva nel ghetto di Bruxelles, nel degrado e tra gli stenti: aveva i topi in casa, il Comune aveva staccato l’elettricità. Un giorno entrò in cucina e vide sua madre allungare il latte con l’acqua. Quel giorno promise che sarebbe diventato un calciatore e ci avrebbe pensato lui, a far star bene tutti. Ci sono storie di riconoscenza eterna, vedi alla voce CR7. Per anni Cristiano Ronaldo è stato un fidanzato-seriale, ora con Georgina sembra aver trovato serenità; ma è indubbio che l’unica donna della sua vita sia la signora Maria Dolores dos Santos Aveiro, “Madre coraggio”, come si definisce (l’umiltà è nel dna di famiglia) nella sua autobiografia (ebbene sì, anche le mamme dei calciatori scrivono biografie). E dire che quando si accorse di aspettare Cristiano pensò di abortire perché quattro figli non li poteva mantenere. Optò per una ricetta casalinga: litri di birra scura calda e corsa fino allo sfinimento. Non funzionò, per fortuna.

Veronique Rabiot, ‘Raiola in gonnella’

Le mamme fanno scudo, difendono a spada tratta i loro figli, li accolgono nel focolare domestico e li coccolano dopo i giorni di tempesta. La signora Celia Maria Cuccittini – madre di Leo Messi – ha parlato un paio di volte in vent’anni, ma sono stati lampi, fulmini e maledizioni contro chi osava criticare suo figlio. Fu tra le braccia di mamma Celeste che il giovane Pelé si rifugiò per capire in che mondo era finito quando diciassettenne tornò dalla Svezia dopo aver vinto il suo primo Mondiale. Ci sono mamme che curano gli interessi di famiglia: Veronique Rabiot è stata a lungo la “Raiola in gonnella”, abilissima nel farsi elargire commissioni faraoniche, come il milione e mezzo ricevuto dalla Juve per il trasferimento del figlio. La mamma di Bobo Vieri – Nathalie – ha gestito per tutta la carriera il patrimonio del figlio. “Meglio che ci pensi lei”, spiegava saggiamente Bobo. Ci sono mamme complici. La mamma di Paul Pogba – Yeo – è quasi una sorella di Paula, balla, canta e va alle feste con lui. Quella di Trezeguet – Beatriz – non perdeva una partita di David, che dopo ogni gol festeggiava mandando baci in tribuna.

Quando Fiorella Totti disse no al Milan

Ci sono mamme che finiscono nella cronaca rosa per le loro esuberanze, come la mamma di Neymar – l’incantevole Nadine Santos – che si fidanza con ragazzi che hanno l’età del figlio; o mamme che presidiano i social come la prorompente come Francesca Costa in Zaniolo, regina dei selfie, unica consigliera e ombra del figlio. E infine ecco le mamme che scelgono, anche a nome dei figli. Fu mamma Fiorella a opporre un “no, grazie” quando il Milan provò a sradicare il ragazzino Totti da Roma. E fu mamma Azise Falcao a ricevere la telefonata di Giulio Andreotti, che le faceva sapere che persino Papa Wojtyla voleva che suo figlio rifiutasse l’Inter e rimanesse in giallorosso. E quando – davanti al 13enne Kylian Mbappè – gli scout del Chelsea presero tempo per riflettere, sua mamma – Fayza Lamari – sentenziò: “Non sapete che occasione vi state perdendo: tra 5 anni mio figlio varrà 50 milioni di euro”. Sbagliava per difetto, la signora. Unico caso al mondo di mamma che sottovaluta il figlio.



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