Quando Dante Ferretti ricostruì New York

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GANGS OF NEW YORK E LA SCENOGRAFIA CHE NON MUORE

Sulla piattaforma più famosa del mondo, Netflix, oltre alle numerose serie e film originali si possono trovare numerose pellicole entrate nella storia del cinema. Tra questi, ultimamente è stato caricato un film degno di nota che merita di essere visto almeno una volta, non solo per la storia avvincente che narra le lotte tra gang rivali nella New York di fine 800 ma anche per i numerosi personaggi del cinema che vi hanno lavorato, permettendo lo sviluppo di una pellicola che in breve tempo è diventata un successo mondiale, con enormi guadagni e numerose candidature agli Oscar (seppur non vincendone nessuno).

Gangs of New York, il set a Cinecittà. Fonte: Rentalfilmindustry

Gangs of New York è ufficialmente uscito nelle sale nel 2002, dopo molti anni in cui il progetto era rimasto in stallo, per poi essere ripreso e finanziato dalla Miramax di Harvey Weinstein nel 1999. Seppur tra molte divergenze tra il regista e il produttore, le riprese si sono svolte per molti mesi a Roma nella sede per eccellenza dell’epoca d’oro del cinema italiano: Cinecittà. Gli stessi studios devono molto a Scorsese: oggi sono anche la sede di un museo e una delle tappe più importanti della visita sono proprio le scenografie del film, realizzate dal tre volte premio Oscar Dante Ferretti.

Dante Ferretti: talento nostrano ad Hollywood

Dante Ferretti si aggiunge alla lista dei talenti italiani approdati in California, sicuramente in cima, non solo per i numerosi premi vinti ma anche per le collaborazioni con registi importanti. Oltre ad aver realizzato le scenografie per molti film di Scorsese, muove i suoi primi passi nel mondo del cinema con Pasolini, lavorando in film quali Medea (1970) e Il Decameron (1971).

Dante Ferretti. Fonte: Cronachedeisibillini

Tra gli altri registi hollywoodiani con cui lavora, ricordiamo Martin Brest, Brian De Palma e Tim Burton. Con quest’ultimo, vince il suo secondo Oscar nel 2008, per il film Sweeney Todd- Il diabolico Barbiere di Fleet Street che va ad aggiungersi al primo del 2004, vinto con il film di Scorsese The Aviator fino a vincerne un terzo nel 2012 con Hugo Cabret, sempre dello stesso regista.

Le scenografie che realizza sono frutto di profondi studi e lunghi incontri con i registi. Ferretti è sicuramente attento ai dettagli e oltre a strutturare i progetti in modo tale che siano più funzionali possibili alle riprese, cerca di riprodurre fedelmente l’atmosfera della trama, seguendo documenti storici soprattutto in film come Gangs of New York.

Una città finta in una città vera

E’ così che gli spazi di Cinecittà vengono scelti per la realizzazione completa della pellicola, che comprendono non solo le riprese degli esterni ma anche quelle interne.

Tutto viene ricostruito nel minimo dettaglio tanto che sia le architetture che i costumi ricevono i complimenti di storici come Tyler Anbinder

L’idea parte dalla mente del regista, quando girando per il quartiere di Little Italy dove è cresciuto si rende conto della presenza di lapidi e varie architetture risalenti all’800. Interessato alla storia dei primi abitanti della grande mela, decide di approfondire i suoi studi leggendo un saggio di Herbert Asbury del 1928: The Gangs of New York: An Informal History of the Underworld.

Girare a New York però era impossibile, dato che quasi nulla della vecchia città era rimasto com’era. In collaborazione con la Miramax decide quindi di finanziare la costruzione di un imponente scenografia negli spazi degli studios a Roma. Grazie al lavoro di Ferretti si è potuto ricostruire più di un miglio della vecchia città tra cui il quartiere di Five Points e una sezione dell’East River con il molo e due navi dell’epoca.

Oltre a questi, lo scenografo italiano si è occupato anche di costruire una parte della vecchia Broadway, gli interni di una chiesa, di un saloon, una villa della vecchia Fifth Avenue, un teatro e un casinò.

Il set di Gangs of New York a Cinecittà. Font: italiaculturale

Oggi, è possibile visitare la ricostruzione di una delle strade di Manhattan e quella di Five point che comprende anche il molo.

La particolarità della seconda è che, avendo poco spazio a disposizione, Ferretti ha deciso di costruire la struttura all’interno di una grande vasca che veniva riempita per le riprese del molo e svuotata per la parte più interna del quartiere, soprattutto per avere più spazio nelle scene di lotta.

Nonostante la mancata vittoria agli Oscar, le scenografie realizzate hanno ricevuto numerose critiche positive e altri riconoscimenti.

Gallery of Luca Tranchino: “Production Design Uses The Same Language as Architecture” – Fonte: archdaily.

Rimaste tutt’oggi ancora in piedi, sono state più volte riutilizzate per altri film e non solo…

nel 2015 la cantante italiana Anna Tatangelo, gira il suo videoclip del suo nuovo brano Occhio per occhio nella strada costruita qualche anno prima da Ferretti, per l’occasione modificata in modo da essere più simile alle zone underground della moderna New York: è così che vengono aggiunte macchine anni 70 e graffiti sui muri di cartapesta.

L’opera dello scenografo però rimane sempre lì, si intravede tra una ripresa di una serie o un film su Coco Chanel, tra altri film storici e successi mondiali e sì, anche tra i videoclip dei cantanti pop.

Anna Tatangelo in “Occhio per Occhio” – Il Backstage. Fonte: fanpage



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di Marta Giorgi
www.2duerighe.com
2021-09-09 08:04:25 ,

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