Lo spettro del voto disgiunto: evocato a più riprese in campagna elettorale, sembra materializzarsi mentre lo spoglio (con lentezza) avanza.
Alle elezioni regionali in Sardegna, mentre siamo a due terzi (1.191 sezioni su 1.844) Paolo Truzzu ha raccolto 201.092 voti. Le liste di centrodestra, insieme, 204.599. Ci sono, insomma, circa 3,5 mila voti di differenza (3.507, ma essere pignoli conta poco visto che il dato è provvisorio).
Il candidato 45,4%, la coalizione al 49,4%. Ballano 4 punti.
Sono più di tremila elettori, e alla fine della conta saranno ancora di più, che hanno scelto una lista di centrodestra, ma, contemporaneamente, hanno scelto il candidato di un altro schieramento. Che hanno fatto, appunto, voto disgiunto. Ipotesi che era circolata nei retroscena prima del voto: possibile reazione ai dissidi sulla scelta del candidato, che hanno visto prevalere Fratelli d’Italia, con Truzzu, dopo il braccio di ferro con Lega e Partito sardo d’azione, per Solinas. A chi sono andati? Ad Alessandra Todde? A Renato Soru?
Entrambi i candidati, al contrario, hanno più voti della somma dei partiti che li sostengono.
La cinquestelle è a 200 mila voti, contro i 175 mila delle liste nella sua coalizione: 25 mila in più.
La differenza per Mr. Tiscali è di circa 5 mila voti: 37 mila i suoi, 32 mila quelli alla coalizione. Un bel vantaggio.
Ma non è detto che sia figlio del voto disgiunto: se si vota solo il candidato, la preferenza non si estende alle liste…
Author: Renato Benedetto
Data : 2024-02-26 17:50:35
Dominio: www.corriere.it
Leggi la notizia su: Corriere.it – Politica
LEGGI TUTTO