Il fatto che un allenatore per la prima volta critichi un rigore ricevuto a favore con il Var, nella fattispecie Gasperini nella partita tra Milan e Atalanta, mi suggerisce molte considerazioni. Parto da una cosa assurda che ho sentito da parte di un addetto ai lavori. Il senso era “Irrati è il miglior varista ma non capisce che la tv amplifica tutto”. Ma gli illustri opinionisti dove erano quando è stato è stato introdotto il Var? La mia è stata l’unica voce di dissenso, e ci sono stati dirigenti sciocchi della televisione che non hanno capito la mia presa di posizione. Altra sconfitta è stata quella di non portare sul tavolo del confronto i giocatori. Buffon all’inizio fece una intervista bellissima in cui poneva l’accento sulle difficoltà di accettare le decisioni della moviola. Dopo una settimana gli è stato consigliato di tornare a dire di essere favorevole. Ma il problema era/è un altro: è capire dove il Var dovrebbe intervenire. Non sono sciocco, gol-non gol e fuorigioco lo accetto. Anche se si basa sulla punta di un alluce ed è ridicolo, comunque non è un errore.
La mia voce fuori dal coro, ma all’inizio tutti o quasi erano d’accordo
Ma sul resto il Var è un fallimento. Anche Orsato che è un arbitro internazionale e che si adopera per evitare sceneggiate, non si è reso conto che il rigore per l’Atalanta era chiaramente condizionato dall’immagine televisiva. Ma allora è un altro sport. Sul gol regolarissimo che il Var ha tolto all’Udinese contro il Genoa, Balzaretti (attualmente dirigente friulano) si lamenta. Ma doveva dirlo 5 anni fa, prima che il calcio diventasse playstation. Il Var come è inteso adesso mortifica il calcio e i calciatori, che non possono quasi più prendere la palla. Non possono più farlo, perché se un avversario scaltro gli toglie il tempo e la palla e viene appena sfiorato, l’autore del ‘fallo’ si becca la sanzione. Tutti a dire ‘step on foot’, ma che cavolo eh? E ancora. I giocatori tutti i pinguini, con la braccia dietro la schiena già due metri fuori dall’area, talmente sono condizionati. Ma le braccia sono equilibrio, aiuto.
Arbitri incapaci di assumersi responsabilità
E l’arbitro non fa nulla per porre rimedio a questo scempio. Sta in campo senza assumersi la responsabilità di capire che un pallone calciato da un metro e che ti coglie il braccio non può essere rigore. Se l’errore è marchiano meno male che c’è la tv, per carità, ma solo in quel caso. E gli arbitri si fanno anche prendere in giro. Il giocatore dell’Atalanta finge si essere stato colpito da un calcio in testa e l’arbitro non fa nulla. Gli basta dare il rigore per togliersi da qualsiasi responsabilità. Ma facendo così danneggia il gioco del calcio.
Leao deve giocare così almeno l’80% delle partite
Parlo anche un po’ di calcio. Milan ottimo, contro l’Atalanta partita di giudizio e qualità con l’unico demerito di non aver raddoppiato. E finalmente Leao ha avuto un atteggiamento da giocatore vero, e il gol in questa analisi non c’entra nulla. E’ l’atteggiamento che mi è piaciuto, ma un giocatore che prende tutti quei soldi e che vuole essere leader, deve averlo nell’80% delle partite.
La dimostrazione di Inzaghi
L’Inter ha ucciso il campionato, ma non lo ha fatto di certo a Lecce. Inzaghi però ha voluto dare una dimostrazione di forza straordinaria con quel massiccio turnover. La forza dell’Inter è che senza palla sembra una provinciale, ma nell’accezione migliore del termine. Grinta, corsa, difesa su ogni pallone. La Juventus ha giocato discretamente, e aver risolto la gara allo scadere non è una novità. Anche prima del brutto mese aveva giocato tante partite simili a quella contro i ciociari. Certo, i problemi esistono, anche perché non riuscire a risolvere in fretta gare come quella di ieri, prima o poi ti porta a rischiare e non sempre può andare bene.
Napoli inquietante
Napoli inquietante. C’è un po’ di sfortuna ma anche molta insicurezza e approssimazione. A Cagliari, l’errore in difesa a un secondo dalla fine è assurdo. Io ne ho fatti di peggio, chiarisco, ma se fai questi sbagli ti ritrovi in una annata terribile. Speriamo che il presidente De Laurentiis (che comunque è bene ricordarlo, ha portato la squadra dal fallimento dallo scudetto) smetta di parlare. E’ bene che in una squadra parlino giocatori e allenatore, perché la credibilità dei ruoli è essenziale. In uno spogliatoio il tecnico deve essere il capo e non deve essere delegittimato in nessun modo Calzona, il secondo storico di Sarri e Spalletti, non è un supplente ma un uomo stimato da tutti quelli che lo conoscono. E’ la terza scommessa di De Laurentiis. Però adesso oltre alle scommesse servono anche certezze, soprattutto in funzione della prossima stagione.