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La militante antifascista in cella a Budapest «impressionata dall’intervento in prima persona» del capo dello Stato. Da martedì il presidente in missione diplomatica in Africa
Una Pasqua di decompressione in famiglia e di riflessione intima ispirata ai precetti evangelici. E una Pasquetta durante la quale lo raggiunge una notizia che rimbalza da un carcere ungherese: Ilaria Salis gli fa sapere di essere «molto contenta della vicinanza e della solidarietà che ha espresso» a suo padre. Di più: lo «ringrazia tanto per il coinvolgimento» e si dichiara «impressionata che abbia telefonato lui in prima persona e che l’abbia fatto con questa rapidità».
Un messaggio che a Sergio Mattarella avrà fatto piacere e non solo perché «visitare i carcerati» (sia pure per l’interposta persona dell’ingegner Roberto Salis, il padre appunto) è una delle sette opere di misericordia della tradizione cattolica, ma perché questo «caso» dell’attivista antifascista in cella da 13 mesi a Budapest e in tribunale con catene e guinzaglio lo ha toccato in quanto custode della Costituzione, della quale si cura di tutelare i valori. Ha anticipato che «si interesserà» della questione, e non c’è da dubitare che lo farà.
Da martedì però è impegnato su un altro fronte. Diplomatico, stavolta: una visita in Costa d’Avorio e Ghana, completando così un percorso che negli anni scorsi lo ha già portato in Kenya, Zambia, Mozambico, Etiopia e…
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di Marzio Breda
www.corriere.it
2024-04-01 17:48:29 ,