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Da Conte, a Schlein a Calenda. Ritorna il tema dei livelli minimi con cui si viene pagati per lavorare. «Un diritto tradito dal governo Meloni»
«Abbiamo deciso di lanciare insieme una legge di iniziativa popolare per riproporre il salario minimo di nuovo in Parlamento». Così in una nota congiunta i leader di Pd, M5s, Verdi-Sinistra, Azione, +Europa e Psi. Insomma quasi tutte le opposizioni unite, da Conte a Schlein passando per Calenda. A mettere tutti d’accordo -eccezion fatta per Matteo Renzi – e spingerli ad unire le forze, l’obiettivo di «rafforzare i contratti collettivi e stabilire che sotto i 9 euro non è lavoro ma sfruttamento. Vediamo se il governo avrà il coraggio di affossare anche una legge firmata da centinaia di migliaia di cittadine e cittadini. Raccoglieremo le firme in tutte le città e anche online per affermare un diritto sancito costituzionalmente ma tradito nel Paese e dal governo Meloni. Facciamo fare un passo avanti all’Italia». Per Angelo Bonelli (Verdi), Carlo Calenda (Azione), Giuseppe Conte (M5s), Nicola Fratoianni (Si), Riccardo Magi (Più Europa), Enzo Maraio (Psi) ed Elly Schlein (Pd): «Continuiamo a batterci per una legge sul salario minimo per garantire retribuzioni giuste e dignitose in linea con l’articolo 36 della Costituzione. Tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori poveri hanno diritto a una risposta. La destra con una forzatura ha svuotato la legge sul salario minimo proposta dalle opposizioni unite,…
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di Redazione Politica
www.corriere.it
2024-03-07 16:21:22 ,