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Data : 2025-02-14 07:04:00
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Ora le date segnate sul calendario dall’Associazione nazionale magistrati sono due: quella del 27 febbraio, quando si terrà lo sciopero indetto contro la riforma costituzionale, e quella del 5 marzo quando, alle ore 15.30 a Palazzo Chigi, si svolgerà l’incontro con la presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Un appuntamento atteso una volta che a chiederlo era stato il neopresidente Cesare Parodi subito dopo la sua elezione, suscitando tra l’altro qualche mal di pancia interno per una iniziativa non ancora concordata con il resto della giunta. “Ritengo indispensabile chiedere in tempi strettissimi un incontro con il governo. Siamo un potere dello Stato, cittadini che stanno portando avanti una battaglia e credo sia eredità la nostra richiesta”, aveva detto a caldo Parodi.
Parole alle quali aveva a strettissimo giro replicato la presidente del consiglio Giorgia Meloni: “Accolgo con favore la richiesta di un incontro col governo che il presidente Parodi ha già avanzato e auspico che, da subito, si possa riprendere un sano confronto sui principali temi che riguardano l’azienda della giustizia nella nostra nazione, nel rispetto dell’autonomia della politica e della magistratura”, aveva affermato la premier.
Faccia a faccia dopo mesi bollenti
Il faccia a faccia arriva dopo mesi bollenti di scontro tra toghe e politica su vari terreni, dalla questione dei trattenimenti dei migranti in Albania al caso Almasri fino alla vicenda Lo Voi. E si terrà a una manciata di giorni dallo sciopero indetto dalle toghe il 27 febbraio contro il ddl costituzionale sulla separazione delle carriere, sul Csm e la Corte disciplinare.
Proprio nel merito della riforma il dialogo appare tutto in salita: diversi membri di Forza Italia hanno già espresso la loro contrarietà a modificare il testo, arrivato al Senato dopo il primo via libera alla Camera e considerato ‘blindato’.
Lo stesso Parodi, in alcune interviste degli ultimi giorni, ha ribadito la ferma contrarietà dei magistrati alla riforma sottolineando che un incontro servirà “per spiegare una volta di più con franchezza, fermezza, lucidità e senza nessun cedimento quelle che sono le nostre ragioni soprattutto di cittadini e anche di magistrati”. E, in un’intervista al fattoquotidiano.it, lo stesso segretario generale dell’Associazione Rocco Maruotti ha rincarato la dose: “La magistratura italiana non vuole trattare per una modifica della riforma, ma auspica un ripensamento radicale e il ritiro di quel testo da parte del governo – ha osservato – Autonomia e indipendenza non sono materie negoziabili”.
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Il post dal titolo: Riforma Giustizia, prima lo sciopero poi il dialogo: fissato incontro Anm-Meloni scitto da [email protected] (Web Info) il 2025-02-14 07:04:00 , è apparso sul quotidiano online Adnkronos – Politica dove ogni giorno puoi trovare le ultime notizie dell’area geografica relativa a Politica