Gli amministratori del gruppo social ‘Fermiamo il mostro’ hanno presentato ai carabinieri di Savona un esposto in merito al progetto del trasferimento della nave rigassificatrice Golar Tundra dal porto di Piombino al largo di Savona e Vado Ligure. Con l’esposto, i firmatari chiedono alla magistratura di esaminare “l’eventuale presenza di reati contro l’incolumità pubblica a tutela della salute e dell’ambiente, contro la pubblica amministrazione ipotizzando abusi e omissioni nella procedura amministrativa, falsità in atti consideranti i presunti travisamenti e gli occultamenti illustrati nell’esposto, contro il patrimonio pubblico mediante frode considerando anche le risorse pubbliche dedicate”.
L’esposto
“Entrando nel merito del progetto, ascoltati anche i pareri di autorevoli biologi marini, abbiamo riscontrato una serie di omissioni o errori, tutti volti a dimostrare che il rigassificatore non comporterà nessun danno per l’ambiente e sarà completamente sicuro.Gli studi redatti dal Rina per conto di Snam presentano lacune clamorose, come ad esempio l’analisi di un solo anno (e il più mite!) sull’andamento di venti e mareggiate. E ancora: sono state completamente“dimenticate” le interferenze con l’Area Marina protetta di Bergeggi, tutelata da leggi europee e nazionali,area contigua alla zona di stazionamento della Golar Tundra e delle gasiere di rifornimento, che avrebbe dovuto essere ampliata su richiesta dell’Unione europea e della stessa Regione Liguria, che poi insabbiò lapratica.Tutto questo nell’intento di tranquillizzare la cittadinanza con una realtà quantomeno travisata sulle conseguenze socio-economiche-ambientali che porterà con sé l’arrivo del rigassificatore nel 2026, se il progetto dovesse andare avanti. Proprio in vista dei prossimi passaggi del progetto, approfittiamo dell’occasione di questo incontro per fare un paio di appelli.
Il primo è agli scienziati e ai tecnici che fanno parte della Commissione Via che dovrà decidere se il rigassificatore può essere trasferito a Savona-Vado. Chiediamo loro di non farsi influenzare dalla potenza economica della Snam e dalle pressioni governative, ma di lavorare in scienza e coscienza, senza pensare a eventuali ritorni economici o di carriera.Un secondo appello lo vogliamo fare ai giornalisti, affinché riservino anche a chi è contrario all’arrivo del rigassificatore a Savona-Vado (migliaia di cittadini, migliaia di lettori) lo stesso trattamento mediatico offerto al presidente della Regione e ad altri potentati politici ed economici che lavorano per portare qui la Golar Tundra”.
I sindaci del savonese
Intanto 10 sindaci del savonese rispondono all’annuncio di un perfezionamento da parte di Snam del progetto: “Apprendiamo che Toti intende procedere con il posizionamento del rigassificatore davanti alle nostre coste. Il Comune di Quiliano risponderà per via amministrativa alla lettera che ha ricevuto, tuttavia dobbiamo ribadire con chiarezza che per noi questo progetto non deve essere realizzato e ci auguriamo che il presidente non insista. Auspichiamo quindi – conclude la nota – che cominci ad ascoltare il territorio attivandosi di conseguenza”.
Il presidente Toti
“Cari sindaci, il presidente non insiste affatto. Semplicemente fa il suo dovere, con la leale collaborazione istituzionale prevista dalla Costituzione, nella attuazione di un piano energetico nazionale approvato dal Parlamento della Repubblica, condiviso da due Governi e indispensabile per dare certezza di approvvigionamento e stabilità di prezzi ai cittadini e alle imprese italiane, già duramente colpite in passato dalla crisi seguita alla guerra russo-ucraina e dalle altre tensioni internazionali. Un piano peraltro condiviso da tutte le principali associazioni di impresa del paese e votato da pressoché tutte le forze politiche nella passata e presente legislatura”. Così il presidente della Regione e Commissario Giovanni Toti in risposta ai sindaci del territorio savonese.
“Al commissario di Governo – continua Toti – spetta il compito di attuare le direttive dell’Esecutivo, che ha stabilito il posizionamento dell’impianto e dell’Ente attuatore incaricato della realizzazione del piano stesso. Continueremo a farlo, nel rispetto delle opinioni di tutti e con l’impegno di rendere compatibili le esigenze espresse dai territori con la realizzazione del piano stesso, la cui messa in discussione non spetta alle istituzioni territoriali, né al commissario, ma semmai al Parlamento della Repubblica che lo ha approvato o al Consiglio dei Ministri che ha l’incarico di attuarlo. Sono certo – prosegue Toti – al netto delle opinioni, sempre legittime, che non mancherà da parte di nessuno quella collaborazione istituzionale che è dovere di ogni rappresentante della Repubblica a ogni livello. Per quanto riguarda nel merito le perplessità degli Enti locali circa le scelte fatte nella realizzazione del Piano stesso, ritengo che tutti possano rimettersi alle valutazioni della Commissione di Via, istituita come da leggi vigenti al Ministero dell’Ambiente, a cui spetta di verificare ogni aspetto relativo alla sicurezza e alla compatibilità dell’impianto stesso”.
[email protected] (Redazione Repubblica.it) , 2024-03-08 17:38:20 ,genova.repubblica.it