di Paolo Armelli
Il mistero più grande, però, è il funzionamento del loro rinnovato rapporto: non vedendosi da molti anni, il rischio di essere due persone completamente diverse è altissimo. I due tentano di riscoprirsi e soprattutto di scoprire, sotto al polvere degli anni, se è rimasto qualcosa di ciò che reciprocamente trovavano irresistibile. Soprattutto i primi episodi sono una specie di farsa amorosa, in cui all’impeto emotivo dell’incoscienza di partire insieme si fonde la goffaggine di un’abitudine ormai perduta alla presenza e al corpo l’uno dell’altra. Man mano che gli episodi avanzano, tuttavia, e viene meno dunque la scoperta a sorpresa del loro ritrovamento, ci si addentra in un territorio più insicuro, decisamente meno solido: mentre il marito di Ruby contatta la polizia, una figura dal passato recente di Billy torna a tormentarlo e così s’innesca una specie di thriller la cui destinazione, così come quella del treno su cui viaggiano, non è così certa.
Nonostante appunto una premessa davvero brillante, lo sviluppo della trama non appare sullo stesso livello: quasi più impegnata a mostrare come valica i confini predefiniti dei generi (dal comico al thriller, dal psicologico al crime…), Run non riesce in fondo a raccontare una storia né convincente né interessante. La fortuna è che la chimica tra Wever, già straordinaria in Unbelievable, e Gleeson, visto in Harry Potter e Star Wars, è di per sé uno degli elementi più intriganti di tutto questo progetto, soprattutto quando si mostrano come due innamorati che non riescono a realizzare pienamente la reciproca passione. Nonostante ciò, anche i personaggi di Ruby e Bill non sembrano totalmente compiuti e si fatica a immedesimarsi in loro, soprattutto per via del loro carattere e delle loro intenzioni così sfumati.
Anche il cameo a un certo punto di Waller-Bridge, in un personaggio di per sé peculiare, non aiuta a togliersi l’idea che il suo coinvolgimento sia non tanto necessario alla storia bensì alla promozione della serie stessa. In generale si ha l’impressione che, oltre allo scambio di sms iniziale, Run abbia poco da comunicare. E allora sorge il dubbio che è quasi un cliché che si applica a volte troppo criticamente nei confronti di molte serie, ma che qui forse calza a pennello: bastava farne un film.
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www.wired.it
2022-06-06 14:45:24