San Marino riapre: “Entro maggio tutti vaccinati”

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Nonostante un ritardo di circa due mesi rispetto al resto dell’Europa nell’avvio della campagna vaccinale contro il Covid-19, la Repubblica di San Marino riapre bar e ristoranti anche a cena e si incammina verso un graduale ritorno alla normalità. Da lunedì 12 aprile, infatti, è possibile nel piccolo Paese mangiare fuori di casa, con servizio al tavolo, fino alle ore 21.30, con l’ultimo decreto introdotto dal governo locale che prevede anche la riapertura di parchi, piazze e centri commerciali nel fine settimana, senza dimenticare dispositivi di protezione, ingressi contingentati e distanziamento. Sempre da questa settimana, inoltre, è ricominciata la didattica in presenza per tutti gli studenti sammarinesi, mentre da lunedì prossimo il coprifuoco verrà posticipato a mezzanotte e abolito dal 26 aprile, data di riapertura, seppur con rigidi protocolli, di cinema e teatri. “Tutto questo, ovviamente, dovrà essere coadiuvato dalla lettura dei dati- spiega a Fanpage.it il segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta-. Se dovessero cambiare i trend che stiamo registrando sui nuovi contagi, dovremmo chiaramente rimettere mano anche ai decreti”.

I dati relativi alla giornata di mercoledì 14 aprile sono incoraggianti: solo 5 casi su 161 tamponi effettuati, 47 guariti e 22 ricoverati, di cui sette in terapia intensiva nell’Ospedale di Stato. Appena una decina di giorni fa i dodici posti a disposizione in quest’ultimo reparto erano quasi tutti occupati. Ma a dare una spinta in positivo verso un ritorno alla normalità sul Titano è soprattutto un’accelerazione notevole nelle vaccinazioni: quasi 20mila i sieri somministrati malgrado si sia partiti solo a inizio marzo, con la metà di persone vaccinate che hanno già ricevuto la seconda dose. “La campagna prosegue a gonfie vele -sottolinea la direttrice generale dell’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino, Alessandra Bruschi-. Stiamo raddoppiando le somministrazioni, che passeranno da 500 a 900 al giorno, e questo per noi si traduce nell’ambizioso obiettivo di raggiungere tutta la popolazione con almeno la prima dose entro il mese di aprile e il termine della campagna vaccinale entro la fine di maggio”. Dopo sanitari, persone fragili, anziani, insegnanti e forze dell’ordine, da questa settimana a San Marino la possibilità di ricevere il vaccino è stata estesa a tutti, senza distinzione di età, per una corsa contro il tempo che nell’enclave all’interno della penisola italiana ha proprio nell’importante disponibilità di sieri il suo punto di forza. Ormai archiviati i ritardi nell’arrivo di dosi da Roma, secondo un protocollo firmato la scorsa estate, com’è noto da tempo, San Marino si è mossa contemporaneamente anche in maniera autonoma, trovando un accordo con il fondo russo che se ne occupa per le forniture di Sputnik V (lunedì sera sono arrivate altre ottomila dosi), alle quali sono poi aggiunte quelle di Pfizer, che adesso stanno arrivando regolarmente, anche se in quantità decisamente inferiori rispetto alle consegne da Mosca. Si tratta comunque di quantitativi già previsti. Proprio grazie al numero sempre più alto di cittadini immunizzati, a San Marino si è così riusciti a programmare un lento ritorno alla normalità che per molti italiani potrebbe rappresentare l’occasione giusta per andare in tutti quei posti, come i ristoranti, ancora chiusi oltreconfine. “Ma non abbiamo riaperto le nostre attività per fare concorrenza sleale -precisa Ciavatta-, quindi siamo molto attenti su questo e le forze dell’ordine sono state assolutamente allertate affinchè ci siano controlli molto specifici”.

Un momento del brindisi–festino (La Serenissima)
in foto: Un momento del brindisi–festino (La Serenissima)

Prima dell’annuncio delle novità sulle riaperture, però, di San Marino si era molto parlato soprattutto per un brindisi-festino andato in scena, davanti ad una macelleria in via Giacomini, lo scorso primo aprile, data di insediamento dei due nuovi Capitani Reggenti, i due capi della Repubblica, la cui carica dura sei mesi. Quel giorno, secondo la ricostruzione della stampa locale (a partire dalla testata La Serenissima, la prima a darne notizia) all’evento non autorizzato, fra le 17 e le 20, avrebbero partecipato circa una ventina di persone, compresi otto esponenti politici della maggioranza. “C’era anche il segretario di Stato Ciavatta, alcuni vertici dell’Iss e si dice ci fosse anche il capo di Stato, sua eccellenza Gian Carlo Venturini” spiega il giornalista proprio de La Serenissima, Simon Pietro Tura. Quella sera, inoltre, ad un certo punto è anche arrivata la Gendarmeria, che ha identificato alcuni presenti, fra i quali due consiglieri del movimento Rete, Alberto Giordano Spagni Reffi e Gloria Arcangeloni, che si sono subito scusati, rimettendo ai vertici di partito il proprio mandato. “Nei giorni successivi, Rete ha però rifiutato le dimissioni, quindi per il momento restano consiglieri della Repubblica” continua Tura, ricordando invece il silenzio a riguardo da parte di altri politici presenti ad un evento ideato, probabilmente, proprio per festeggiare le nuove nomine alla reggenza del Paese.

In seguito alla notizia del festino non autorizzato, buona parte della popolazione sammarinese è insorta, arrivando anche alla nascita di un movimento dal basso che sabato scorso ha portato in piazza quasi un centinaio di persone, indignate per quanto accaduto in tempi di sacrifici richiesti ai cittadini per far fronte alla pandemia. “È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso -dice Giuseppe Giardi, uno degli organizzatori della manifestazione, nata sotto l’egida del gruppo San Marino Merita-. Ci siamo sentiti presi in giro, soprattutto perchè non sono arrivate da parte di nessuno delle scuse sincere o una presa di responsabilità di fronte al popolo”. Qualcuno sul Monte Titano e dintorni ha così intravisto dei collegamenti fra delle riaperture impensabili fino ad alcune settimane fa e la necessità da parte del governo di mettere a tacere le polemiche scatenate da quanto accaduto a inizio aprile, anche se Dalibor Riccardi, presidente di Libera San Marino, all’opposizione nel parlamento locale, spiega: “Si tratta di un episodio sgradevole, che abbiamo fortemente stigmatizzato e che ha certamente aumentato la frustrazione della cittadinanza, però correlarlo direttamente al nuovo decreto sarebbe eccessivo e irresponsabile”. Piuttosto, secondo Riccardi, se si è arrivati a questo punto è merito della “scelta, che poi si è rivelata azzeccata, dello Sputnik”.

Roberto Ciavatta, che subito ha confermato la sua presenza per alcuni minuti al brindisi, approfitta quindi dei microfoni di Fanpage.it per aggiungere: “L’indignazione è assolutamente legittima, ma su questa vicenda credo sia stato sollevato un gran polverone. È comprensibile il sentimento di sfiducia e tradimento dei cittadini -aggiunge- e non ho nessun problema ad ammettere che sia stata una situazione inopportuna, di cui chiedo scusa. Ma mi sento anche di poter confermare di non aver violato nessun decreto e di aver fatto quello che tutti i cittadini possono fare, e fanno, nel momento in cui lungo un marciapiede incontrano dei conoscenti e si fermano per due chiacchiere, sempre con mascherina e distanziamento”. Da parte di Venturini, invece, non c’è stata alcuna presa di posizione ufficiale. “Il capitano reggente non si può dimettere -spiega quindi, a tal proposito, ancora Simon Pietro Tura-. Però da noi esiste un Sindacato della Reggenza che, eventualmente, potrà giudicarlo su cose che ha fatto e che non poteva fare durante il suo semestre di mandato. Forse queste riaperture sarebbero comunque arrivate -aggiunge il giornalista-, forse sarebbero giunte un po’ più lontane nel tempo, però non avremo mai la controprova di questo”. Intanto, adesso il tema a San Marino è quello dei frontalieri. E cioè dei circa seimila italiani che ogni giorno lavorano nell’enclave e che al momento sono fuori dalla campagna vaccinale. Libera, da parte sua, sta già premendo per ottenere il via libera a questa novità, ma Ciavatta, infine, precisa: “Siamo ben consapevoli di usare un vaccino che ancora non è approvato fuori dai nostri confini, ma nel caso in cui dai tavoli col ministero italiano della salute dovessero venire degli accordi sottoscritti da entrambe le parti, saremo a disposizione”.





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