Per Sanremo 2025 si entra nel vivo e si parte con gli ascolti in anteprima negli studi Rai di Milano e Roma. Carlo Conti nella sua modalità più asciutta e pragmatica in un flusso veloce. Si percepisce subito cosa vuol fare Carlo Conti. Ritmi veloci, poca perdita di tempo, spazio alla musica. Il conduttore e direttore artistico toscano del Festival di Sanremo 2025 è sicuramente abile nell’“asciugare” il programma riducendo il più possibile le ospitate (soldi e polemiche risparmiate) e gag sanremesi che tanto amavano Fiorello e Amadeus. A ottobre, nel regolamento, aveva annunciato alcune modifiche sulla durata dei brani. I pezzi originali dei big accorciati da un massimo di 4 minuti a 3 minuti e 30 secondi; le cover da un massimo di 4 minuti e 30 secondi a 4 minuti. Per le Nuove proposte, invece, la durata del pagina non deve superare i 3 minuti. Per tutti questi limiti, dice il regolamento “Saranno ammesse eccedenze di pochi secondi solo in caso di incontrovertibili esigenze di natura artistica”. Però all’epoca si parlava di un Sanremo con meno canzoni, orari contenuti e di 24 big che sono lievitati a 30 in poche settimane. C’è da dire che è andata bene, perché avremmo potuto avere 36 brani in gara: “Almeno altri sei brani potevano essere in gara, preferisco avere qualche ospite in meno e più canzoni in gara”, ha raccontato Carlo Conti in conferenza periodico.
Arrivano anche novità sugli ospiti: la prima serata avrà Jovanotti come superospite e la seconda, invece, Damiano David. Dopo l’ascolto dei brani emerge una stagnazione nel pop-copia-incolla, una analisi spasmodica della hit perfetta che poi non c’è nemmeno. Temi sociali ben poco presenti salvo qualche eccezione. Si parla molto di famiglia, di genitorialità, di relazioni e incertezze, ma anche malattia. Tanto per iniziare, ecco come sono andati i nostri ascolti.
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di Nicholas David Altea www.wired.it 2025-01-20 15:59:00 ,