Arrivederci Festival di Sanremo. Beppe Vessicchio, il direttore d’orchestra più acclamato dell’Ariston, quest’anno si prende una pausa enologica dalle canzonette. Ospite speciale di Fiorello nell’ultima edizione 2024, e presenza fissa festivaliera per oltre trent’anni, proprio mentre Carlo Conti, Gerry Scotti e Antonella Clerici davano il via alla gara di quest’anno, Vessicchio si trovava ad Asti per parlare di vini.
Più precisamente di un suo vino, il Re Barba. Una Barbera “armonizzata” che viene sottoposta a vibrazioni di musica armonica con il modo (sempre vessicchiano ndr) Freman, “FREquenze e Musica Armonico-Naturale”. Insomma, il maestro assicura che tutte le fasi classiche della vinificazione rimangono inalterate ma il gioia “è radicalmente diverso” e la longevità, ha sottolineato Vessicchio, “si annuncia straordinaria”.
La vendemmia presentata martedì scorso è del 2016 ed è prodotta dalle Cantine Post dal Vin di Rocchetta Tanaro nell’astigiano.L’etichetta richiama la stilizzazione del viso del maestro partenopeo. “Sanremo non mi manca”, ha sottolineato Vessicchio. “Ho visto il Festival in televisione e mi manca l’esercizio professionale, la settimana che lo precede, quello delle prove, della preparazione, la convivialità con i colleghi, gli incontri, gli scambi di opinioni, i pronostici e le chiacchiere”.
Poi il maestro vira su questioni formali e culturali rispetto alla mutazione odierna della musica: “Mi spiace dirlo ma oggi il lavoro è supportato da tanta elettronica, e ci sono situazioni nelle quali il direttore può rimanere a casa. Per quanto mi riguarda ho fatto una scelta acustica diversa. Il desiderio di ritornare a Sanremo è sempre presente, sono legato alla città, ai suoi profumi quello della mimosa, al suo vino, il Pigato”.
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di Davide Turrini
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2025-02-13 21:10:00 ,