Per chi ama Scrubs, chi ci è cresciuto assieme, chi ancora oggi si ricorda ogni battuta, ogni gag, ogni lacrima versata, il 14 maggio non è un giorno come gli altri. Oggi, esattamente 15 anni fa, alla fine dell’ultima, da molti contestata, stagione di una sitcom capace di cambiare tutto, la ABC metteva la parola fine ad una serie capace di rivoluzionare il linguaggio del piccolo schermo e assieme di decretare la fine di un’epoca.
Un ospedale dentro cui c’era la vita di tutti noi
Scrubs finisce ufficialmente il 14 maggio del 2010, quando la ABC decide che alla nona stagione non ne seguirà un’altra. Certo, chiunque abbia amato le avventure di J.D., Chris e tutti gli altri, pensa che quella sitcom ambientata in un ospedale, e che cambia tutto nella capacità da parte del piccolo schermo di rendersi interprete di un’epoca, di una generazione, sia finita nel 2009, con “Il mio finale”, quei due episodi lunghissimi. J.D. che saluta tutti, se ne va, chiude i conti con 8 anni della sua vita. Bill Lawrence, il creatore della serie, invece poi sorprende tutti. Scrubs diventa Scrubs: Med School, un cast rinnovato, rimangono solo Cox, Denise e Turk. Un tentativo di prolungare ancora l’avventura all’ospedale al Sacro Cuore? Di certo l’esperimento non funziona molto bene, non senza Sarah Chalke, Judy Reyes, Ken Jenkins, Neil Flynn e gli altri.
A conti fatti forse stiamo parlando del cast comico assortito più incredibile della storia della televisione americana. Infatti dopo una sola stagione la ABC cancella la serie spin-off, spacciata per il nuovo inizio al pubblico, e lo stesso Zach Braff si dice d’accordo. Ma quel 14 Maggio è comunque una data importante perché certifica la fine di quell’universo. L’industria dell’intrattenimento americano non era riuscita ancora una volta a capire quando lasciare che una produzione andasse verso la sua conclusione. Scrubs era uscita a inizio millennio, Bill Lawrence, uno degli showrunner più innovativi e apprezzati di sempre, aveva creato qualcosa di atipico, nuovo, genuino. Ci sono state tantissime grandi sitcom, prima e dopo Scrubs. Basta pensare a Friends, Modern Family, The Big Bang Theory, How I met your Mother, Willy, il principe di Bel-Air, Happy Days e tante altre.
Tuttavia, ciò che rende Scrubs così importante è stata la capacità da parte di Lawrence di imprimere un cambiamento radicale in termini di concezione, estetica, struttura narrativa, ritmo e naturalmente trama. Lawrence ci dona una dramedy, quando questo termine di base ancora non esisteva o perlomeno non in modo così totalizzante. In Scrubs si gira non solo per interni ma anche per esterni, rendendo il tutto più realistico, recuperando poi moltissimo dell’umorismo che Matt Groening aveva utilizzato per rendere serie animate come I Simpson e Futurama dei veri e propri miti. C’è anche qualcosa di Seth MacFarlane, de I Griffin, nella capacità di unire fantasia e realtà, sogno e verità, creando un vero e proprio portale dell’immaginario applicato alla quotidianità di J.D. e di tutti gli altri personaggi.
Scrubs ha saputo essere tutto questo, facendo sopravvivere un qualcosa degli anni ’90 per dieci anni almeno. Se l’ambientazione ospedaliera è probabilmente la più usata e anzi abusata dal piccolo schermo, Scrubs però ci mette dentro persone normalissime. Pur ridendo, ci illumina sul volto reale e spesso difficile di un mestiere, che ha a che fare con la sofferenza degli altri e che pretende un continuo bilanciamento emotivo. Scrubs è stato abitato da eventi assolutamente incredibili ma proprio per questo credibilissimi, nessuno personaggio pare sbucato da una passerella, nessuno è perfetto. Però intanto che ecco mobbing, solitudine, emarginazione, bullismo, sessismo… insomma, l’Ospedale del Sacro Cuore è un miscuglio dove c’è il la scelta migliore e allo stesso tempo il peggio della società dell’epoca.
Una sitcom che rappresenta l’ultimo attimo degli anni ’90
A conti fatti, proprio l’ultima, superflua stagione, celebra il superamento di un’epoca, di una certa società che Scrubs ha rappresentato: quello della Generazione x, benché naturalmente la sitcom sia ancora oggi tra i ricordi più belli dei Millennial. J.D., Perry Cox, Carla, l’Inserviente, per coloro i quali erano nati negli anni ‘70 e ’80, e che magari si erano innamorati di Beverly Hills 90210, ecco che si trovano invece J.D. Quello specializzando stravolto si trova dentro una specie di manicomio, e la sua storia, quelle 8 stagioni, saranno un continuo scontro tra flashback e flashforward, deliri, visioni inconfessabili, follie, romanticherie, con cui creare in realtà gli alter ego di ognuno di noi. Scrubs accompagna l’America e non solo da poco dopo l’11settembre, fino alla terrificante crisi economica del 2008.
Leggi tutto su www.wired.it
di Giulio Zoppello www.wired.it 2025-05-14 04:40:00 ,