Sergio Pirozzi rinuncia alla panchina della Sambenedettese: “Non posso accettare minacce a figli e famiglia” – Calcio

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Stava per tornare in panchina, fra l’altro alla guida della squadra della città in cui è nato (San Benedetto del Tronto), ma ha rinunciato all’offerta a seguito delle minacce nei confronti dei figli e della famiglia sui social network. “Straccio il contratto e ritorno tra le Macerie e le Pecore dei Monti della Laga…”: così si conclude il post su Facebook di Sergio Pirozzi, allenatore di calcio e già sindaco di Amatrice durante la tragedia del terremoto del centro Italia nel 2016, chiamato nei giorni scorsi ad allenare la Sambenedettese in serie D e poi oggetto di scritte ingiuriose da una frangia di tifosi rossoblù (“Pirozzi torna tra le pecore, San Benedetto di schifa” recitava uno striscione di alcuni tifosi della Curva nord) e anche insulti e minacce online (“Figlio di p… rimani tra i monti insieme alla tua transumanza, Castel di Lama rosso blu ti odia. B…”, si legge in un commento pubblicato su Facebook), che coinvolgevano anche la famiglia, perché ‘colpevole’ di simpatie per l’Ascoli.

“Non posso accettare minacce a figli e famiglia”

“Nell’ultima settimana sono successe diverse cose, alcune gravi – scrive lo stesso Pirozzi, oggi consigliere alla Regione Lazio – Stavo per tornare ad allenare, che è la mia grande passione. Dovevo allenare la Sambenedettese. Poi, però, a qualcuno, che pensa di rappresentare una tifoseria e una città, questo non andava bene. E fino a qui fa parte del gioco e ci sono abituato. Quello che non posso accettare però è che quattro esaltati abbiano indirizzato minacce ai miei figli, alla mia famiglia, senza che nessuno, dico nessuno, deputato a farlo abbia speso una parola verso l’Uomo e la sua storia”.

“Straccio il contratto e ritorno tra le macerie e le pecore”

Quindi l’ex primo cittadino di Amatrice spiega le ragioni che muovono i contestatori: “Di che cosa mi si accusa? Di essere legato all’Ascoli, alla sua curva, che scavò nelle Macerie di Arquata (del compianto Amico sindaco Aleandro Petrucci). Lo confermo. Come sono tifoso dell’Atalanta e della sua gente e di tutti i gruppi ultras che dopo il terremoto hanno dimostrato all’Italia intera cosa significa solidarietà. Grazie a loro Amatrice ha strutture sportive dove oggi giocano i bambini. Ecco, questa è la storia”. Poi l’annuncio, con la decisione di rinunciare all’incarico che gli era stato affidato. “Avrei voluto allenare la Sambenedettese che andavo a vedere da bambino, avrei voluto far bene a San Benedetto del Tronto dove ho tanti amici e dove sono nato – ricorda l’ex sindaco di Amatrice – Non è stato possibile perché non metto a rischio l’incolumità e la serenità dei miei cari. Mi hanno ferito i commenti ironici sulla tragedia del terremoto. Sono un allenatore professionista per passione (senza quella non puoi far niente nella vita). Straccio il contratto – conclude Pirozzi – e ritorno tra le Macerie e le Pecore dei Monti della Laga…”.

La solidarietà di Federcontribuenti Marche

Federcontribuenti Marche esprime in una nota “solidarietà e vicinanza” all’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi per le “scritte ingiuriose” apparse a San Benedetto dopo la sua chiamata ad allenare la Sambenedettese. “Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. Non ci sono altre parole che queste di Oscar Wilde – scrive Maria Teresa Nori, segretaria regionale – nel descrivere gli autori, e tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno appoggiato tale atto, delle frasi ingiuriose contro l’ex sindaco di Amatrice, a San Benedetto del Tronto a cui va tutta la solidarietà e vicinanza di Federcontribuenti Marche”. “Ricordo benissimo le stesse frasi ‘Via le pecore dal mare’ scritte sempre a San Benedetto del Tronto quando, dopo il terremoto del 30 ottobre 2016, parecchie famiglie dell’entroterra maceratese sono state spostate verso gli alberghi del litorale – aggiunge Nori – A San Benedetto furono accolte, sempre ad opera di idioti, male e non furono accettate. Ci volle un po’ per far capire a queste persone, una minoranza sicuramente della città, il dramma di chi ha perso tutto con il terremoto. Ecco perché – conclude – esprimo la mia forte solidarietà a mister Pirozzi e al popolo di Amatrice”.



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