situazione difficile, Draghi può risolverla. Ma il leader non vede ricadute sulla sua corsa a Siena- Corriere.it

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di Maria Teresa Meli

Il segretario del Pd: «Lavoreremo per tutelare il lavoro e il marchio»

«La situazione è difficile», confida ai collaboratori e ai parlamentari a lui più vicini Enrico Letta. Il segretario del Pd si riferisce alla vicenda del Monte dei Paschi, ma anche alla battaglia politica nel collegio di Siena in cui ha deciso di candidarsi per le suppletive che si svolgeranno questo autunno in contemporanea con le elezioni amministrative.La destra è già partita all’attacco: la Lega si sta muovendo sul territorio e a livello nazionale Maurizio Gasparri, lancia in resta, si è mosso per denunciare «i conflitti di interesse del Partito democratico».

Ma al di là dell’enfasi e della drammatizzazione, anche un po’ voluta, nessuno in casa dem (e non solo lì) ritiene che il «caso Mps» possa veramente incidere sulla campagna elettorale di Letta, facendogli perdere il collegio di Siena. Tanto che qualcuno in casa pd insinua che l’allarme sia stato lanciato e amplificato dallo stesso Nazareno.

Ciò non significa che la situazione del Monte dei Paschi e la sua possibile evoluzione non preoccupi i dem. «Quella di Mps – spiega il leader del Pd – è una situazione molto complessa che deve essere affrontata dalle istituzioni e dai partiti con serietà e non con vuoti proclami. Il Pd – e io personalmente, che del Partito democratico sono il segretario e che mi candido a rappresentare questo territorio in Parlamento con il massimo dell’impegno – ci adopereremo col governo su tre grandi priorità: tutela del lavoro, salvaguardia del marchio e unità del gruppo».

A questo punto il Nazareno chiede dunque a Daniele Franco di spiegare in Parlamento la vicenda. Letta manda avanti le due presidenti dei gruppi dem. E infatti nel tardo pomeriggio Debora Serracchiani e Simona Malpezzi sollecitano ufficialmente il ministro dell’Economia: «Auspichiamo che Franco venga a riferire alle competenti commissioni di Camera e Senato. È indispensabile che il Parlamento venga coinvolto».

Il «no allo smembramento» della banca pronunciato già l’altro ieri da Letta viene ripetuto da tutti i dirigenti dem. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani lo fa a modo suo, senza mezzi termini: «È inaccettabile che Mps venga inghiottito da UniCredit». L’obiettivo finale dell’azione pd sponsorizzata dal segretario è anche quello di ottenere che la presenza diretta dello Stato in Mps prosegua in tutta la fase di organizzazione della banca per accompagnare tutto il processo.

Ma il caso del Monte dei Paschi di Siena non rappresenta certamente un fulmine a ciel sereno per il Pd e per il suo leader. Già a giugno, quando per la prima volta si ragionò sull’ipotesi di una candidatura di Letta nel collegio parlamentare lasciato vacante da Pier Carlo Padoan dopo che è diventato presidente del consiglio d’amministrazione di Unicredit, il problema era ben presente a tutti i dem. Tant’è che i molti pensavano che il segretario fosse titubante proprio perché sapeva che a mesi sarebbe esploso il «caso», mentre, dall’altra parte, i dirigenti del Pd senese spingevano per far scendere Letta in campo proprio nella speranza che, candidando a Siena il segretario del partito, il Monte dei Paschi fosse tutelato. Del resto, è storia nota, quella che ha unito le sorti di Mps e della sinistra Italiana (Pci prima, Pd poi).

Perciò non c’è «nessun imbarazzo» di Letta riguardo la sua candidatura alle suppletive perché sapeva benissimo che si «sarebbe legata» alla questione Mps e che la soluzione della vicenda non era rinviabile a dopo le elezioni, dato che era previsto che gli stress test della Bce uscissero comunque il 31 luglio. Stress test che Letta sapeva avrebbero evidenziato l’impossibilità di «andare avanti così».

«Ne ero conscio fin dal principio», spiega con calma il segretario del Partito democratico e aggiunge: «Io vado avanti fiducioso». Letta, peraltro, ritiene che sia interesse di tutto il governo guidare il processo verso una soluzione «non punitiva nei confronti del territorio». Una «soluzione», ripete il leader dem, che «salvaguardi l’occupazione ed eviti lo spezzatino». Comunque il segretario del Pd su questa vicenda ha «piena fiducia» nel presidente del Consiglio Mario Draghi: «Se c’è uno che ha competenza e autorevolezza per guidare un percorso simile quello è lui», sottolinea con forza Letta.

31 luglio 2021 (modifica il 31 luglio 2021 | 22:39)



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