Sorì, la “storia” nel mondo con la Mozzarella di Bufala Dop – Campania

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(ANSA) – CASERTA, 07 DIC – Un’azienda radicata sul territorio
e a fortissima vocazione familiare – vi lavora la quinta
generazione del ideatore – ma con un’altrettanto forte
vocazione all’export, che ne fa un miscela quasi unica di
artigianalità ed efficienza industriale, capace di raggiungere
ogni luogo d’Europa in 24 ore, far viaggiare il proprio prodotto
in container lungo rotte oceaniche verso l’altra parte del
mondo, mantenendo un alto livello qualitativo. E’ Sorì, azienda
casearia condotta dai fratelli Gaetano e Antonello Sorrentino,
che produce la mozzarella di bufala campana dop – il cosiddetto
oro bianco – e tanti altri prodotti derivati dal latte, tanto di
bufala che vaccino, con sede produttiva nel cuore del vulcano
spento di Roccamonfina, nell’Alto Casertano, in pieno Parco
Regionale Protetto.
   
“Ma siamo orgogliosamente napoletani, forse tra le poche
aziende di produzione dalle origini commerciali partenopee”,
racconta Gaetano. La Sorì, spiega, si muove tra tradizione e
innovazione culinaria e costante attenzione alle esigenze del
mercato, rispetto per l’ambiente, per le relazioni umane, con
l’80% dei circa 60 dipendenti che vi lavora da 20 anni; è
fortemente legata al contesto naturale, visto che sorge tra i
boschi e le ricche sorgenti d’acqua provenienti dalle falde del
vulcano, lungo però – ed è questo che ne fa un mix quasi unico -
la statale Casilina, l’antica consolare romana oggi snodo
commerciale importante perché a pochi chilometri dall’azienda
c’è l’autostrada del Sole, e dunque la principale direttrice che
collega il Nord e il Sud dell’Europa.
   
Un’azienda attenta a valorizzare l’economia locale, visto che
acquista latte da circa 80 allevatori della provincia di Caserta
e Latina. Ma Sorì non vuol dire solo prodotti d’eccellenza, che
fornisce puntualmente ai migliori pizzaioli d’Italia e del mondo
– 48 paesi raggiunti nei cinque continenti, dalla Francia alla
Germania, dagli Usa al Giappone, passando per l’Australia e
l’Argentina e i Paesi arabi e mediorientali grazie al
certificato Halal – o alle catene della grande distribuzione. E’
anche, e forse soprattutto, storia. Una storia che viene da
lontano, da poco dopo l’Unità d’Italia, e che aiuta a capire il
presente. Una storia fatta di passione e di vocazione, quella
per i prodotti caseari.
   
“I nostri avi – racconta Gaetano – fondarono l’azienda nel
1868, e per decenni abbiamo prodotto mozzarella di bufala,
fiordilatte e tanti altri prodotti caseari. Dal secondo
dopoguerra con la produzione e fino agli anni 90 con la sola
commercializzazione dei prodotti caseari, attraverso una
capillare rete distributiva, abbiamo servito le piu’ rinomate
insegne della GDO nazionale presenti sul territorio campano. Poi
abbiamo capito che dovevamo guardare oltre concentrandoci
nuovamente sulla produzione, in particolare della bufala dop,
vera eccellenza del territorio”. Nel 1990 iniziano così gli
investimenti nel Parco Regionale di Roccamonfina, nel comune di
Teano, e anni dopo, nel giugno 2001, nasce l’azienda casearia
Sorì. Ma nonostante i rapporti commerciali già avviati da
decenni, i primi tempi non stati sono facili, specie per
accreditarsi verso clienti esteri.
   
“Andavamo alle fiere soprattutto all’estero, mi ricordo
quella di San Francisco, per proporre il nostro prodotto e
fiutare il mercato, ma è stato complesso convincere i clienti
che saremmo riusciti a coniugare qualità ed efficienza nel
trasporto, partendo peraltro dal Sud Italia. Eppure con tanta
passione e sacrificio, e rispettando tempi e modi delle
consegne, e la qualità dei prodotti, ci siamo riusciti”.
   
Anche la trasformazione dell’arte culinaria, che ha fatto dei
pizzaioli dei veri e propri chef, ha trainato fortemente Sorì,
così come la crescita esponenziale negli ultimi anni dei
prodotti espressione della napoletanità. “Ormai i pizzaioli-chef
– spiega Gaetano Sorrentino – ci chiedono i prodotti più
particolari, penso al ‘Fior di Latte Metodo Tradizionale
Sorrentino’, che va tantissimo in Australia e negli Usa, o anche
alla provola affumicata”.
   
Chiare le prospettive future, che contemplano nuovi progetti.
   
Ma aldilà di tutte le quote di mercato da conquistare, ciò che
dovrà restare è la dimensione “umana e ambientale” dell’azienda,
anche con la sesta generazione che di qui a poco prenderà le
redini del timone. “I miei figli studiano economia e lingue -
dice Gaetano – ma prima di tutto devono capire il valore del
sacrificio ed anche della bellezza da preservare: il profitto è
importante per un’azienda, ma senza passione non si va da
nessuna parte, così come senza rispetto per la natura e per le
persone che ci permettono di raggiungere certi risultati”.
   
(ANSA).
   

di
www.ansa.it
2022-12-07 12:39:50 ,

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