Una mail inaspettata, la mattina di martedì 10 settembre, ha sconcertato diversi operai di Stellantis, uno dei principali gruppi automobilistici al mondo. “Caro/a collega, siamo lieti di annunciarti che dal mese di settembre avrai la possibilità di acquistare una nuova vettura Maserati a condizioni dedicate a te, ai tuoi familiari e ai tuoi amici” Così inizia il messaggio promozionale inviato dal marchio di auto di lusso, che fa parte della galassia Stellantis, ai suoi dipendenti italiani, inclusi quelli in cassa integrazione o con contratti di solidarietà.
L’offerta, che propone l’acquisto di modelli Maserati con prezzi che vanno dagli 80.000 ai 200.000 euro, ha sollevato preoccupazioni e critiche tra i lavoratori, molti dei quali stanno affrontando da mesi stipendi ridotti. Giacomo Zulianiello, delegato Fiom (la Federazione italiana degli operai metalmeccanici della Cgil) e operaio delle Carrozzerie di Mirafiori, ha espresso il suo disappunto al Corriere della Sera: “Non so se ridere o lamentarsi. Con la cassa integrazione guadagno 1.180 euro al mese. Anche accettando l’offerta dell’azienda per lavorare come trasfertista in Polonia, non potrei permettermi queste auto”.
La promozione per l’acquisto di Maserati è stata vista da molti lavoratori come una “presa in giro”. L’offerta includerebbe modelli iper lussuosi come la Grecale, la Gran Turismo e la Grancabrio, con la possibilità – perfino – di personalizzare la propria configurazione sul sito maserati.it, “ad eccezione di Fuoriserie”. Zulianiello, piccato, ha aggiunto: “Il vero problema è che nei prossimi mesi lavoreremo pochissimo. Ci aspetta uno stop quasi totale di almeno un mese. Altro che Maserati; facciamo fatica a mettere insieme il pranzo con la cena”.
Stellantis non se la passa bene
Il gruppo automobilistico, nato nel 2021 dalla fusione tra l’azienda francese Psa (ex Peugeot-Citröen) e quella italo-statunitense Fca (a sua volta nata dalla fusione tra Fiat e Chrysler), è da tempo al centro delle critiche del governo italiano per le sue scelte industriali. In particolare, viene contestata la progressiva riduzione della produzione negli stabilimenti italiani, nonostante l’azienda continui a beneficiare di aiuti pubblici sotto forma di incentivi al settore automobilistico e cassa integrazione per i dipendenti.
All’inizio dell’anno Stellantis si era impegnata ad aumentare la produzione di veicoli negli stabilimenti italiani, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere un milione di veicoli all’anno. Tuttavia questo traguardo appare sempre più irrealistico. Nel 2023, l’azienda ha prodotto in Italia 752.000 veicoli, di cui 521.000 auto.