La Camera ha approvato all’unanimità e in tempo record una nuova proposta di legge contro i siti illegali di streaming. Una volta approvata anche al Senato, porterà alla costituzione di una piattaforma per interrompere la trasmissione digitale delle partite o dei film, dopo un massimo di 30 minuti dall’inizio della diffusione. A farsi carico dei costi saranno gli stessi operatori di rete, come Dazn e Sky.
L’iniziativa mette insieme l’Agenzia per la cybersicurezza, il Garante della comunicazioni (Agcom) e le società che vendono abbonamenti internet, sostenitrici e finanziatici della proposta di legge “per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica”.
Nel dettaglio, la legge consentirà all’Agcom di assumere un team dedicato di 10 persone, grazie ai finanziamenti delle società interessate, assicurando al Garante il potere di ordinare alle società di telecomunicazioni di oscurare i siti di streaming che riproducono senza permesso contenuti protetti da copyright e di adottare anche provvedimenti cautelari contro i responsabili.
L’Agcom sarà in grado di agire contro i siti attraverso il blocco dei Domain name system (Dns) e dell’instradamento del traffico rete verso gli indirizzi Ip destinati ad attività illecita. I blocchi potranno essere adottati anche durante la trasmissione di contenuti in diretta.
I responsabili dei siti potranno essere puniti dalla Procura della Repubblica, sotto segnalazione dell’Agcom, con la reclusione in carcere da 6 mesi a 3 anni e una multa da 2.500 ai 15mila euro, gli utenti finali potranno ricevere multe fino a 5 mila euro, mentre chi registra un film al cinema rischia fino a 3 anni di carcere.
Pene molto severe quindi e un ufficio dedicato, approvati con un iter velocissimo di appena 4 mesi, perché, sostiene il deputato Marco Berruto del Partito democratico, “difende soprattutto gli interessi dei protagonisti di eventi sportivi, in particolare eventi calcistici”, settore già abbondantemente privilegiato in Italia. Mentre fa effettivamente poco per riformare in generale la legislazione sulla proprietà intellettuale o per tutelare meglio autori e autrici.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-03-23 12:06:40 ,