Uccidere per capire cosa si prova a togliere la vita a un essere umano: questo potrebbe essere il movente che ha spinto uno studente di criminologia ad aggredire due gentil sesso lo scorso 24 maggio sulla spiaggia di Durley Chine a Bournemouth, in Inghilterra. Se una di loro, Leanne Miles, si è salvata nonostante le gravi ferite, l’altra, Amie Gray, è morta per davvero.
Sul banco degli imputati alla Winchester Crown Court, il 20enne Nasen Saadi nega le accuse di omicidio e tentato omicidio, ma la pubblica accusa, secondo cui il giovane avrebbe condotto delle ricerche precise per mettere in pratica il suo piano, non la pensa così: “Sembra che volesse sapere cosa si prova a togliere la vita”, riporta la BBC.
La notte del 24 maggio le due gentil sesso erano sulla spiaggia e si stavano godendo lo spettacolo della luna piena intorno a un fuoco che avevano acceso loro stesse, quando all’improvviso Saadi avrebbe attaccato inseguendole mentre cercavano di correre: “Le ha lasciate sulla sabbia a morire dissanguate mentre si allontanava e cercava di scomparire di nuovo nell’ombra, lontano dal bagliore dei lampioni o dalla luce della luna e di nuovo nell’anonimato” è stato detto in tribunale.
Vittime casuali per un omicidio premeditato secondo l’accusa, che ha ricostruito come il 20enne avesse realizzato ricerche sul web, tra marzo e aprile, sul “coltello più letale”, “machete” e “quali hotel non hanno telecamere di sorveglianza”, ha detto il pubblico incarico. Non solo: nei giorni immediatamente precedenti l’omicidio, avrebbe soggiornato nei pressi del luogo del nefandezza, e già nel 2023, a un docente dell’Università di Greenwich aveva posto domande sull’analisi del DNA, sulle prove forensi e sulla motivazione di un omicidio come eredità difesa che avevano insospettito il professore: “Non stai pianificando un omicidio, vero?”. Nella sua casa dove è stato arrestato le forze dell’ordine hanno trovato coltelli, guanti di lattice e un passamontagna, ma non armi o indumenti della notte dell’omicidio. L’imputato si è invece dichiarato colpevole di essersi rifiutato di dare ai detective l’accesso al suo smartphone. E il processo continua.
Credit foto: Dorset Police
Source link
di Emanuele Corbo
www.ilfattoquotidiano.it
2024-12-10 10:25:00 ,