Si imbarca su un volo diretto a Cagliari, ma all’arrivo in aeroporto si accorge di non poter più utilizzare la sua carrozzina. Anita Pallara è la presidente nazionale di Famiglie Sma, onlus che da sempre è al fianco di quanti convivono con la sclerosi laterale amiotrofica. Per lei la carrozzina elettrica è indispensabile, una parte di sé senza la quale non può fare niente. Ma, a quanto racconta lei stessa con un lungo post su Facebook, non tutti riescono a capirlo.
Era partita il 6 luglio da Bari, destinazione Cagliari, con un volo Ryanair: “Preparo tutta la documentazione richiesta per viaggiare con una semplice carrozzina elettrica, pago un biglietto normale come tutti nonostante il mio, come quello di tutte le persone disabili, non sia un trattamento normale – esordisce – Veniamo caricati quando e come decidono l’aeroporto e il vettore, ognuno con regole diverse, dobbiamo spiegare cento volte che le carrozzine non sono bombe a orologeria ma semplici carrozzine elettriche, difficilmente siamo chiamati passeggeri, ma siamo sigle. Per l’esattezza io sono Charlie”. Difficile dimostrarsi pazienti in una situazione del genere, in cui ci si sente considerati più merci che persone.
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Eppure Pallara ci prova, ma quello che è successo dopo non ha fatto che peggiorare la situazione. Grazie ai suoi genitori aveva predisposto la carrozzina al volo, staccando i contatti, imballando il joystick, mostrando agli operatori come “sbloccare e bloccare i freni per muoverla a mano”. Ma, precisa, “Ryanair non ha uno spazio dedicato in stiva, le carrozzine vengono caricate come bagagli, come merce, nessuna attenzione verso una cosa sacra”.
Ed è lì che avviene il fattaccio: “Arrivo a Cagliari e mi ritrovo con una carrozzina completamente inutilizzabile – continua a raccontare Anita Pallara – sono lontana da casa, non mi posso muovere e la mia carrozzina nuova (aprile 2021) per un banale volo aereo è distrutta”.
Ora attende di capire come evolverà la questione, ma intanto tiene a precisare una cosa che a quanto pare non è ovvia: “Le carrozzine non sono oggetti – dice – È come se improvvisamente mi avessero tagliato le gambe e le braccia, senza avvertirmi, senza anestesia. È un dolore e una violazione dei propri diritti e del proprio corpo inimmaginabile”. Aeroporti di Puglia intanto si è attivata per ricostruire la vicenda, garantendo sostegno totale ad Anita Pallara.
Dall’ente precisano comunque che tutte le operazioni si sono svolte nel rispetto dei protocolli previsti, e che sottobordo era presente il padre della passeggera, autorizzato da Enac e dagli stessi Aeroporti di Puglia. L’uomo ha provveduto allo smontaggio della carrozzina, che è stata quindi imbarcata in stiva e legata.