Tommasi, l’ex centrocampista che si ispira a don Milani

0



È stato il candidato dal “basso profilo” che ha evitato i selfie con i leader di partito, non è ricorso a social e tv. E alla fine ha vinto: un risultato sorprendente per Verona, dove il centrodestra regnava incontrastato dal 2007, dopo l’ultima giunta guidata da Paolo Zanotto. Poi il Pd e i partiti progressisti non avevano più toccato palla. Per tornare a guidare la città dell’Arena ci è voluto un candidato civico, ex vero centrocampista: Damiano Tommasi.

Campagna di basso profilo

Colonna della Roma dello scudetto guidata da Fabio Capello e 25 presenze nella Nazionale, l’ex presidente dell’Associazione italiana calciatori (2011-2020) ha fatto tutto ciò che non ci si aspetterebbe da un candidato nell’era della politica urlata e di internet: ha stretto migliaia di mani, ha girato come una trottola nel territorio, ha evitato scientificamente i palchi e la ribalta tv e quando big nazionali sono giunti in riva all’Adige li ha lasciati “soli” nelle piazze per i momenti pubblici («li ho incontrati privatamente»).

Si è presentato agli elettori, lui già un outsider civico mai iscritto a un partito, con una squadra 36 “volti nuovi”, persone che non hanno mai avuto precedenti esperienze di partito. La sua candidatura è partita da lontano: l’ufficializzazione era arrivata a ottobre 2021, anche se l’appoggio del Movimento 5 Stelle è arrivato solo ad aprile. Oltre al Pd e al M5s ha mostrato fiuto anche Carlo Calenda, che ha puntato a sua volta su Tommasi per cambiare faccia a Verona. Tutti riuniti nella coalizione “Rete!” che, dopo una vittoria clamorosa nel feudo della destra, potrebbe rilanciare l’onda progressista sotto il segno del campo largo.

L’ispirazione di don Milani

Nato a Negrar di Valpolicella nel 1974, cresciuto tra parrocchie e oratori («vengo da una cultura cattolica progressista»), padre di 6 figli (da 9 a 24 anni), Tommasi da tempo ha avviato la gestione di una scuola bilingue paritaria alle porte di Verona ispirata agli insegnamenti di don Milani. «Lettera a una professoressa di Barbiana – ha raccontato Tommasi – è il mio libro preferito, quello che mi ha cambiato la vita». Nel programma che lo ha portato a diventare sindaco di Verona ha inserito una frase del priore di Barbiana: «Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è politica. Sortirne da soli è avarizia». Lo stile sobrio ha caratterizzato la sua campagna elettorale fino alla vittoria di domenica 26 giugno: «Sono contento – ha detto – perché, a prescindere dal risultato, siamo riusciti a parlare di politica senza per forza attaccare l’avversario, senza denigrare, senza insultare».



Source link

Leave A Reply