Il presidente eletto Donald Trump ha annunciato sabato la sua intenzione di nominare Kash Patel, ex alto funzionario della sicurezza nazionale e suo stretto collaboratore, come nuovo direttore dell’FBI. La scelta rappresenta un chiaro segnale di rottura con la leadership attuale.
Patel, che durante il primo mandato di Trump ha ricoperto incarichi strategici presso l’Ufficio del direttore dell’intelligence nazionale e il Dipartimento della Difesa, si è espresso più volte contro il ruolo di intelligence dell’FBI, sostenendo la necessità di riforme radicali. «Il problema principale dell’FBI viene dai suoi reparti di intelligence. Li eliminerei radicalmente. Chiuderei l’edificio Hoover il primo giorno e lo trasformerei in un museo dello Stato Profondo», ha dichiarato Patel lo scorso settembre nel Shawn Ryan Show, un programma di orientamento conservatore.
Patel ha proposto anche di ridistribuire i 7.000 dipendenti della sede principale dell’FBI in ruoli più operativi. «Devono fare i poliziotti. Sono poliziotti. Si comportino da poliziotti», ha aggiunto.
Una mossa contro Wray
La nomina di Patel è vista come una mossa diretta per concretizzare la minaccia di licenziare Christopher Wray, eletto dallo stesso Trump nel 2017 dopo il controverso licenziamento di James Comey. Nonostante Wray sia un repubblicano e il suo mandato decennale scada solo nel 2027, è spesso finito nel mirino dei sostenitori di Trump, soprattutto per la gestione di alcune decisioni ritenute ostili all’ex presidente.
Durante la direzione di Wray, l’FBI ha perquisito la residenza di Trump a Mar-a-Lago per recuperare documenti classificati, un’operazione autorizzata da un tribunale. Inoltre, Wray ha ricevuto critiche per il supporto a una direttiva del procuratore generale Merrick Garland volta a proteggere i consigli scolastici locali da minacce violente.