Mosca bombarda granai nel Danubio, allarme in Romania
La Russia ha inferto un colpo durissimo nella guerra del grano: i suoi droni hanno attaccato il principale porto ucraino sul Danubio, Izmail, infrastruttura decisivo per le esportazioni di Kiev dopo il blocco reimposto da Mosca nel Mar Nero. I danni sono stati ingenti, decine di navi si sono dovute fermare prima dell’attracco, ed è scattato l’allarme in Romania, paese Nato i cui confini si trovano sulla sponda opposta del fiume.
Anche Recep Tayyp Erdogan si è detto preoccupato per questa escalation. Il leader turco, principale mediatore del patto sul grano decaduto a metà luglio, ne ha parlato al telefono con Vladimir Putin. Chiedendo al presidente russo di rientrare nell’intesa o quanto meno di non “alzare ulteriormente la tensione”.
Il porto fluviale di Izmail, nella regione di Odessa, che insieme a quello di Reni è diventato il principale snodo d’uscita dei prodotti agricoli ucraini, è stato colpito dai russi nella notte. Nelle ore successive l’esercito ucraino ha diffuso un video che mostrava un grosso incendio ad un edificio di una compagnia di navigazione, altre strutture gravemente danneggiate, mentre il grano fuoriusciva da almeno due silos distrutti. Non ci sono state vittime, ma le operazioni di carico sono state sospese e le navi mercantili straniere hanno gettato l’ancora alla foce del Danubio.
Secondo il ministero ucraino delle infrastrutture questo raid è costato 40mila tonnellate di grano, che erano dirette in Cina, Israele e Africa. E i prezzi sul mercato internazionale sono schizzati, tanto che Volodymyr Zelensky ha parlato di un “attacco alla sicurezza alimentare mondiale”.