Mezzogiorno, 17 settembre 2021 – 08:00
di Vincenzo Trione
Siamo di fronte a una realt politica e sociale quanto mai complessa e contraddittoria. Difficilmente governabile con gli strumenti tradizionali del sapere e della conoscenza. Non solo in crisi il sistema istituzionale del nostro paese ma continuamente messo in questione l’intero assetto dello stato, della politica tout court. Questo continuo terremoto di oggi da pi parti determina e legittima frequenti tentativi di ritorno al passato. Ma che significa ritorno al passato? Significa riproporre vecchi modelli, idee inattuali, vecchi funzionamenti dell’assetto statale o piuttosto significa invocare poeticamente il ritorno a un mondo che non c’ pi e che difficile pensare possa rinascere? Ritornare, dunque, alla tradizione. Ma quale tradizione? In fondo bisogna prendere atto che c’ stato un drammatico sconvolgimento delle ideologie e del pensiero politico. Ha osservato Salvatore Veca in un suo recente scritto che la sinistra ha perso in special modo l’idea di sviluppo umano come libert.La tradizione parla una pluralit di lingue che sono del tutto lontane tra loro.
C’ una tradizione liberal democratica, un’altra di segno autoritario e ancora ci sono modelli che un tempo hanno funzionato e che oggi non avrebbero spazio n possibilit di incidere su un mondo in continua trasformazione. Non c’ pi ombra di futuro nel nostro presente. Lo stesso lessico politico usato in contesti diversi dice cose diverse, spesso tra loro confliggenti. L’idea stessa di democrazia che sembr all’indomani della seconda guerra mondiale indicare una svolta radicale e decisiva oggi appare del tutto offuscata da eventi e fatti che le analisi socio-poltiche non riescono a governare in alcun modo. Eppure in ampi territori riemergono figure e prospettive che appartennero all’Italia e diciamolo pure all’ Europa di alcuni decenni fa. Se volessimo riascoltare attraverso percorsi immaginari la voce o un intervento di politici o filosofi o sociologi di alcuni decenni addietro degli anni quaranta e cinquanta troveremmo una assoluta difficolt e tutto si risolverebbe in una sorta di flatus vocis vago e quanto mai improduttivo. Leggiamo per un momento un intervento di Togliatti, di Nenni, di Gramsci, di De Gasperi, di La Malfa o di Malagodi, di Croce o di altri non potremmo non prendere atto che si tratterebbe di reperti anche intelligenti ma privi e incapaci di incidere sulla realt di oggi.
Riproporre un lessico che stato proprio di un’altra epoca, ovvero pensare che non sia possibile attualizzare itinerari del tutto infranti nel tempo, pu essere un esercizio generoso ma ingenuo. Diceva il poeta il passato non fa che percuotere e fugge……. perci che conviene ci si liberi dalle suggestive figure della memoria e si cerchi di inventare anche un lessico nuovo ma soprattutto dei nuovi contenuti politici, sociali, etici e giuridici. Tuttavia vero che la forza della tradizione ancora capace non solo di catturare molte coscienze ma di spingere per sentieri inesplorati. Di fronte a questo riduzionismo paradigmatico che porterebbe sic et simpliciter ad affrontare i complessi problemi della politica e della societ necessario, oggi come non mai, inerpicarsi per i sentieri del dubbio e della riflessione. E non pensare che tutto sia risolvibile e comprensibile con meri strumenti comunicativi e retorici. In fondo siamo di fronte ad un crogiuolo di idee e di eventi che esigono competenze e analisi spregiudicate e severe. Sono trascorse quasi in fretta molte fasi della storia contemporanea. E non si intravedono ancora all’orizzonte possibilit e idee nuove e coraggiose.
I partiti politici, per quello che sono, segnati da continue transumanze di uomini e idee, stanno mostrando fino in fondo la fragilit del loro costituirsi. Ritornare dunque ai valori, se di valori possiamo parlare, della tradizione. Anche certe figure carismatiche che ne conservavano la memoria, oggi appaiono mute immagini di un mondo che non c’. Sono in corso le elezioni amministrative, che inevitabilmente avranno una forte incidenza sulla politica nazionale. Tuttavia bisogna notare che la larga massa di candidature da considerare pi che un fatto positivo un elemento che disorienta. I partiti, in questo breve lasso di tempo, non possono continuare a proporre vecchi modelli e comportamenti inattuali e deboli. necessario lavorare anche per un nuovo lessico che potrebbe avere una funzione educatrice e stimolare una maggiore e consapevole presenza in tante realt che dovrebbero essere capaci di catturare o orientare quelle fasce sociali che negli ultimi anni sono state lontane dalla res pubblica.
17 settembre 2021 | 08:00
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, 2021-09-17 06:00:37
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