Il politologo: Biden è un leone in gabbia
Cresce la pressione su Israele delle opinione pubbliche occidentali, dei governi europei e anche di Washington davanti alle decine di migliaia di vittime civili della guerra contro Hamas (la «reazione sproporzionata» della quale parla anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani), ma le possibilità di mettere fine al conflitto entro il 2024 sono minime: Joe Biden è furioso col premier israeliano Benjamin Netanyahu, ma non ha strumenti di pressione efficaci e anche all’interno i suoi margini di manovra sono limitati in un Congresso nel quale deve fare i conti con l’ala filoebraica del suo partito, oltre che con i repubblicani. Mentre Netanyahu, benché debole e detestato in patria, per ora è inamovibile: la coalizione di governo non ha valide alternative e per un popolo che, comunque, vuole andare fino in fondo nella distruzione di Hamas, il premier è, comunque, garanzia di tenuta rispetto alle pressioni esterne per porre termine al conflitto senza aver rimosso la sua causa. Troppo forte il timore di un permanente «Hamastan».
Il politologo Ian Bremmer, inventore e capo di Eurasia, non nasconde il suo pessimismo circa l’evoluzione della crisi a Gaza.
Il Segretario di Stato Anthony Blinken è tornato dal Medio Oriente a mani vuote, pare. Ma gli alleati di Israele sono sempre più inquieti e una tregua sembra ancora possibile.
«Le condizioni non sono ancora mature, ma si arriverà a una…
Author: Massimo Gaggi
Data : 2024-02-13 21:27:06
Dominio: www.corriere.it
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