Unesco: Mipaaf candida il caffè espresso italiano – Campania

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“Tra cultura, rito e letteratura da Venezia a Napoli”


(ANSA) – NAPOLI, 20 GEN – “In Italia il caffè è molto di più
di una semplice bevanda: è un vero e proprio rito, è parte
integrante della nostra identità nazionale ed è espressione
della nostra socialità che ci contraddistingue nel mondo”. Così
il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e
forestali, Gian Marco Centinaio, annuncia l’approvazione
all’unanimità da parte del Mipaaf della candidatura a patrimonio
immateriale dell’Umanità dell’Unesco de “Il caffè espresso
italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle
comunità emblematiche da Venezia a Napoli”. “Siamo molto
soddisfatti di essere arrivati ad una candidatura unitaria”
commenta. “Oggi stesso, annuncia Centinaio, la candidatura del
caffè espresso italiano “sarà
trasmessa alla Commissione nazionale italiana per l’Unesco e
confidiamo che questa la approvi e la trasmetta entro il 31
marzo a Parigi. La tazzina di espresso rappresenta per tutti gli
italiani un rito sociale e culturale che trova riscontro anche
nella letteratura e che appassiona tutto il Paese, da Napoli a
Venezia fino a Trieste passando per Roma e Milano. Una
candidatura tanto più importante in un momento storico in cui le
restrizioni dovute alla pandemia hanno penalizzato i rapporti
sociali, molti dei quali avevano come cornice il bancone o il
salotto all’aperto di un bar davanti a un buon caffè italiano”.
   
La domanda di riconoscimento del caffè espresso “tutela un
rito quotidiano da
parte degli italiani che vede un consumo di 30 milioni di
tazzine al giorno tra bar, ristoranti e locali pubblici” afferma
la Coldiretti. Un’abitudine radicata dalla
quale sono nate anche espressioni di solidarietà come l’usanza
del “caffè sospeso” quando al bar si lascia pagato un caffè per
il cliente che verrà dopo, che magari non se lo può permettere.
   
“Si è riusciti dopo mesi di confronti e discussione a trovare
una sintesi tra le due proposte che erano state presentate e che
in una prima fase sembravano inconciliabili” dice, dal canto
suo, il presidente della Commissione Agricoltura della Regione
Campania, Francesco Emilio Borrelli. (ANSA).
   

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