CHICAGO – «Let’s win this». Coraggio, andiamo a vincere. A eleggere Kamala Harris alla Casa Bianca, parola di Joe Biden.
Lo slogan a lettere digitali era pronto fin dal pomeriggio nell’arena dello United Center di Chicago, teatro della Convention democratica che in quattro giorni ha in programma di sancire la modifica di Harris da opaca vicepresidente di Biden e candidata imprevista dopo il suo ritiro, in leader nazionale capace di far fruttare il ritrovato entusiasmo del partito e prevalere su Donald Trump a novembre.
Uno slogan per far eco al arringa atteso in serata di Biden e di cui già era filtrato il messaggio: rivendicare i successi della sua contabilità. E assicurare un assist chiave alla Harris, consacrata quale erede e più ancora, prima colf di colore con una chance alla presidenza.
Manifestanti pro-Gaza alla convention Dem di Chicago
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Sullo sfondo, non a caso, Chicago, “capitale” del Midwest e da sempre porta verso il cuore conteso del Paese. Suo lo skyline di grattacieli più iconico dopo New York. Sotto una città con 2,7 milioni di abitanti, terza nel Paese, e un’area metropolitana che sfiora i dieci milioni.
Protagonista industriale, commerciale, finanziario e culturale, con un Pil da 800 miliardi. E già mostratasi capace di infrangere tabù: è la città dove si fece le ossa Barack Obama, il primo presidente afroamericano. Chicago è però oggi anche simbolo delle divisioni dell’America: per Trump è sinonimo di declino, come tutte le grandi metropoli in mano ai democratici, malata di senzatetto, immigrati illegali e crimine, nonostante i delitti siano calati di un quinto negli ultimi anni.
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