Un nuovo, aggressivo, rialzo dei tassi da 0,75 punti percentuali. L’indicazione di nuovi rialzi e, soprattutto, la previsione di una stretta decisamente più rapida e intensa di quella prospettata a giugno. Sono queste le indicazioni emerse nella riunione di settembre della Federal reserve.
Il Federal Open Market Committee (Fomc), l’organismo della Federal Reserve responsabile della politica monetaria degli Stati Uniti, ha annunciato un aumento dei tassi d’interesse di 75 punti base al 3-3,25%, livello che non veniva raggiunto dal 2008. Si tratta del quinto rialzo dei tassi consecutivo, il terzo di fila da 75 punti base. A marzo, la Banca centrale statunitense aveva annunciato il primo rialzo dei tassi d’interesse (di 25 punti base) dal dicembre 2018.
Il rialzo era previsto, e la diagnosi dello stato dell’economia emersa nel comunicato è rimasta poco variata: soprattutto alta inflazione, bassa disoccupazione, anche se la spesa e la produzione, che a luglio erano considerate solo in indebolimento, appaiono ora in modesta crescita.
A cambiare davvero il quadro sono stati i “dots”, le indicazioni sul percorso dei tassi fornite dai singoli governatori. A giugno la mediana delle stime indicava un punto di arrivo per fine anni al 3,25-3,50%, un livello appena superiore a quello attuale. Adesso la misura del consensus punta invece al 4,25-4,50%, che corrisponde ad almeno un altro rialzo da 75 punti base più uno da 50 nelle due riunioni di novembre e dicembre.
Per l’anno prossimo, la Fed immagina di portare i tassi poco più in alto, in realtà: al 4,50-4,75%, che però è un livello più alto del 3.75-4% delle proiezioni di giugno. Non è quindi, quella prospettata oggi, solo un’accelerazione della stretta ma anche di un’innalzamento di quello che potrebbe essere considerata una stima del tasso terminale. Sarà ora importante, ha detto il presidente Jerome Powell in conferenza stampa, che tutta la curva reale dei rendimenti raggiunga valori positivi. Per il 2024, invece, la Fed immagina l’inizio della normalizzazione, con tassi a fine anno al 3,75%-4% (dal 3,25-3,50% indicati a giugno), per passare nel 2025 al 2,75-3%. Il tasso di lungo periodo, un’indicazione del tasso neutrale o dell’obiettivo della banca centrale, è stato confermato nel 2,5 %.