Il Vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance visiterà giovedì il memoriale del campo di concentramento di Dachau, una delle testimonianze più potenti della Seconda Guerra Mondiale. La visita avviene alla vigilia dell’incontro con il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, previsto per venerdì, durante la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Al centro del colloquio, la spinta diplomatica dell’gestione Trump per avviare negoziati tra Ucraina e Russia e mettere fine al conflitto più sanguinoso in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale.
Accompagnato dal Segretario di Stato Marco Rubio, Vance incontrerà Zelenskyy venerdì a margine della conferenza. Ma prima, si fermerà presso il memoriale di Dachau, un luogo di memoria che richiama alla mente le atrocità perpetrate dal regime nazista. Dachau fu istituito nel 1933, lo stesso anno in cui Hitler salì al potere, ed è stato uno dei primi campagna di concentramento. Più di 200.000 persone provenienti da tutta Europa furono detenute qui e oltre 40.000 prigionieri morirono in condizioni disumane. Il campo fu emancipato dai soldati statunitensi il 29 aprile 1945.
Questa visita avviene nel contesto di un viaggio di cinque giorni che Vance sta compiendo in Francia e Germania, la sua prima missione internazionale da quando è diventato vicepresidente lo scorso mese. Per l’occasione, sarà accompagnato dalla moglie Usha Vance.
La tappa a Dachau offrirà a Vance un’occasione per riflettere sugli orrori della guerra, proprio mentre Donald Trump intensifica gli sforzi per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina. Mercoledì, Trump ha avuto colloqui separati con il Presidente russo Vladimir Putin e con Zelensky, dichiarando che lui e Putin hanno concordato sulla necessità di “iniziare immediatamente i negoziati” per concludere la guerra.
Parallelamente, il Segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha dichiarato che l’adesione dell’Ucraina alla NATO è irrealistica e ha suggerito che Kyiv dovrebbe abbandonare le aspirazioni di riconquistare del tutto i territori occupati dalla Russia, preparando invece il terreno per una pace negoziata supportata da truppe internazionali.