La coppia di Andria aveva festeggiato i 14 anni di matrimonio nel settembre scorso ma da circa un mese i due pare vivessero come separati in casa. Secondo quanto ricostruito finora dai carabinieri, Luigi Leonetti ha ucciso la moglie Vincenza Angrisano al culmine dell’ennesima lite in casa.
“Ci ha rovinato la vita. È la nostra vergogna”, è tanta la rabbia dei familiari di Luigi Leonetti, l’uomo che ieri che ha ucciso la moglie Vincenza Angrisano nella casa di famiglia ad Andria davanti ai figlioletti prima di chiamare i carabinieri e confessare il delitto. Dopo aver ucciso a coltellate la donna di 42 anni, l’uomo ha telefonata sia al 112 sia ai parenti più stretti, confessando subito quanto appena avvenuto.
Luigi Leonetti ha chiamato il fratello e il 112
“Mi ha telefonato ma non ho risposto perché stavo lavorando. Chissà se l’aveva già uccisa”, ha dichiarato uno dei fratelli del 51enne che è accorso sul posto insieme agli altri parenti dopo aver appreso la terribile notizia. Ora tutti loro sono preoccupati per i bambini in tenera età della coppia che in un attimo hanno perso per sempre la loro mamma per mano del padre che ora è in carcere. I due piccoli erano in casa al momento dei fatti e ora sono stati presi in consegna dagli psicologi del centro traumi della Asl Bat.
All’arrivo dei carabinieri nella casa a ridosso della provinciale 231, a tre chilometri dal centro cittadino, Luigi Leonetti era lì ad attenderli. Avrebbe farfugliato alcune parole e assistito ai primi rilievi prima di essere portato in caserma e sottoposto a fermo per omicidio. Nell’abitazione i militari hanno rinvenuto anche la presunta arma del detto, un coltello sporco di sangue. Saranno gli accertamenti scientifici disposti dalla Procura di Trani a confermare che si tratti di quella usata per il delitto.
L’omicidio di Vincenza Angrisano in cucina al culmine di una lite
Come ricostruito dai militari della sezione investigativa scientifica che hanno svolto i rilievi nell’appartamento, un edificio attiguo al rimessaggio di cui Angrisano era custode, la vittima era riversa a terra in una pozza di sangue in cucina con diverse ferite all’addome e al torace. La salma della 42enne è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria che disporrà l’autopsia. Secondo quanto ricostruito finora dai carabinieri coordinati dalla Procura di Trani, il delitto sarebbe avvenuto al culmine dell’ennesima lite tra la coppia. Lui avrebbe afferrato un coltello colpendola più volte fino alla morte.
Vivevano da separati in casa dopo 14 anni di matrimonio
La coppia aveva festeggiato i 14 anni di matrimonio nel settembre scorso quando lei aveva fatto un post bene augurante sui social. “Buon anniversario a noi che tra mille difficoltà riusciamo sempre a uscirne vittoriosi. Alla meravigliosa famiglia che abbiamo formato e a tante nuove avventure che riusciremo a superare” si legge infatti nel post. Secondo amici e parenti della donna, però, ultimamente le cose non andavano bene tra vittima e omicida. Lei pare avesse esternato l’intenzione di lasciare il marito e di cambiare casa e da circa un mese pare vivessero come separati in casa. I litigi tra i due pare fossero diventati sempre più frequenti. “Lei voleva cambiare casa. Lui la trattava male” ha raccontato un’amica.
La notizia dell’omicidio di Vincenza Angrisano per mano del marito ha sconvolto la cittadina pugliese. “Il Consiglio comunale che solo pochi giorni addietro ha letto e scandito i nomi delle allora 103 donne uccise per mano di uomini dal primo gennaio 2023, ha dovuto oggi brutalmente apprendere che la nuova, ennesima vittima di femminicidio in Italia è di Andria. Sì, nella nostra Comunità si è consumato il terribile delitto: la quarantunenne travolta dalla furia omicida del marito è una nostra concittadina, ha calpestato le nostre strade, frequentato i nostri luoghi, ha dialogato con noi. I suoi figli sono i nostri bambini, seduti tra i banchi delle nostre scuole cittadine. Un femminicidio ad Andria. Anche ad Andria” ha affermato la sindaca di Andria, Giovanna Bruno, aggiungendo: “Una balorda e folle violenza, una inaudita e irreversibile sopraffazione in nome di niente. Non certo dell’amore, del rispetto, no. Non c’è giustificazione alcuna, non ci potrebbe mai essere: solo forte condanna per questo abominevole orrore. Non cerchiamola, non cercatela. Solo condanna”. “A nome mio personale e di tutta la città di Andria, sconvolta e incredula, ferita e attonita – conclude – esprimo profondo, immane dolore, stringendo al petto, al mio petto di mamma, quelle fragili, impotenti creature, da quest’oggi orfane della loro mamma”.
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di Antonio Palma
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2023-11-29 07:14:18 ,