Le violenze scoppiate in Francia dopo l’uccisione il 27 giugno scorso del diciasettenne Nahel da parte di un poliziotto a Nanterre, nella periferia di Parigi, “non sono superiori” a quelle del 2005 “ma sono state più rapide e più intense. La rabbia per la morte del ragazzo si è rapidamente trasformata in saccheggio e in una competizione ‘Tiktokizzata’ di giovani che pensano di partecipare a una grande operazione di reality show”. Ad affermarlo all’Adnkronos è Alain Bauer, professore di criminologia francese e responsabile del dipartimento Sicurezza e difesa del Cnam.
“La storia della Francia – sottolinea Bauer – è segnata dalla Jacquerie”, un termine in cui vengono indicate in Francia le sollevazioni antifeudali dei contadini già da XIVesimo secolo e che ormai viene utilizzato per parlare di sollevazione popolare. “Questo processo è ricorrente da un migliaio di anni e ha segnato la difficoltà del dialogo e della negoziazione con uno Stato centrale che funziona soprattutto tramite i rapporti di forza”.
“Probabilmente” c’è un problema legato alla responsabilità dei genitori nei disordini scoppiati in questi giorni, spiega il criminologo francese, “ma dobbiamo smettere di punirli e infantilizzarli: vengono spesso considerati come degli incapaci, degli ‘amministrati’ o degli ‘utenti’ e non considerati come dei cittadini. Soprattutto dovrebbero essere riabilitati e reinseriti nel cuore della città, nei quartieri e nelle periferie”.
‘speso molto per banlieue ma non su abitanti, rischio c’è in vista Parigi 2024’
Per Bauer, che è stato anche Gran maestro del Grande Oriente di Francia tra il 2000 e il 2003 e uno degli esperti in sicurezza e terrorismo dell’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, “non c’è stato un ritorno di esperienza dalle rivolte del 2005 e poco lavoro analitico sulle varie cause di questa violenza. L’espansione e il decentramento del traffico di stupefacenti non possono essere sottovalutati, in particolare per quanto riguarda la produzione di regolamenti di conti per il controllo delle piazze di spaccio”.
Secondo il criminologo, non c’è un problema di violenze da parte delle forze dell’ordine, almeno “non in modo sistemico. Ci sono poliziotti razzisti, violenti, alcolisti, tossicodipendenti, con tendenze suicide… sono una piccola minoranza ma purtroppo protetti dallo ‘spirito di corpo’ dagli altri che non si rendono conto del danno che si stanno facendo non espellendo le mele marce”.
Per Bauer non è corretto dire che le banlieue in Francia sono state lasciate a loro stesse. “Con la ‘Politique de la ville’, la politica per le città, sono stati spesi nelle periferie centinaia di miliardi di euro per le banlieues ma abbiamo investito in edifici, trasporti e attrezzature. Non negli abitanti”. Il criminologo francese non si sbilancia sulle questioni politiche legate alle proteste dei gilet gialli e a quelle legate alla riforma delle pensioni ma spiega che in Francia “la richiesta di ordine, di ritorno all’ordine, è notevole e potente. Non recepirla per i repubblicani sarebbe suicida”. Per quanto riguarda il rischio di nuove rivolte in occasione dei giochi olimpici in programma a Parigi per il 2024 “visto gli episodi recenti non bisogna sottostimarne il rischio”.
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2023-07-06 13:55:35 ,