L’incontro, se fosse confermato, sarebbe il sintomo di una nuova strategia di Musk per incidere nella politica degli Stati. Un salto di scala che non può che lascaire perplessi. Wired ha contattato Zonosso per verificare la notizia dell’incontro. Che l’imprenditore, indirettamente, ha confermato. “Al momento non c’è nulla da aggiungere oltre a quello già detto”, risponde al nostro messaggio. “Se ci dovessero essere sviluppi li scriverò nei mie canali”, ha aggiunto. Domandiamo se il referente con cui sarebbe avvenuto il contatto è Andrea Stroppa, l’uomo di Musk in Italia: comunicazione chiusa.
Filosofie simili
La filosofia di Zonosso, fatte le dovute proporzioni, è simile a quella del patron di Tesla e SpaceX. “Ho iniziato a capire che con i social, se li usi in una certa maniera, riesci anche a condizionare a ‘fisicamente’ le persone”, diceva in un’intervista anni fa.” Riesci a fargli fare quella che oggi si chiamerebbe call to action”, aggiungeva.
Social media manager del magazine Cronaca vera, un passato da ultrà che lo ha portato anche ad avere qualche guaio con la legge, oggi Zossolo è un imprenditore che ha trovato la propria strada nel web. Va detto che di social network ne capisce, se il metro è quello della viralità.
Col tempo e il successo, Welcome to Favelas, macchina da clic e pagina goliardica senza troppe pretese, ha provato ad avvicinarsi sempre più a una testata di informazione: metamorfosi confermata dall’introduzione, a inizio gennaio, di una rassegna impressione sui fatti del giorno. Un prodotto, insomma, che nelle intenzioni andrebbe ad arricchire il bouquet del web con notizie difficili da trovare altrove. La patente di testata di informazione potrebbe avergliela rilasciata proprio Musk.
Certo, una testa è qualcosa di diverso, e lo scivolone è dietro l’angolo. E infatti qualche giorno fa un post commentava con una punta di autocritica la decisione di Meta di abbandonare il fact checking. “Apprendiamo con interesse la decisione di Meta di abbandonare il sistema dei fact-checker e di adottare in futuro un approccio meno limitativo”, si leggeva. “Welcome to Favelas è stata bannata 14 volte da Facebook e 2 volte da Instagram. Durante i nostri primi anni di attività, siamo consapevoli di aver pubblicato contenuti inappropriati, e riconosciamo che i primi provvedimenti fossero inevitabili e giustificati. Tuttavia, successivamente siamo stati ripetutamente colpiti in modo arbitrario, senza alcuna possibilità di appello e senza nessuna motivazione”.
La ricostruzione prosegue così:“I cosiddetti ‘fact-checker’ erano spesso giornalisti che lavoravano per testate che, paradossalmente, facevano largo uso delle notizie pubblicate da Welcome to Favelas. Questo ha portato a una situazione in cui ci è stato impedito di crescere proprio da coloro che di più attingevano dal nostro lavoro”. “Ci auguriamo che il nuovo corso annunciato da Meta possa garantire una reale libertà di espressione per tutti, evitando al contempo il dilagare delle fake news. È fondamentale costruire un nuovo sistema di gestione delle informazioni, in cui piattaforme, utenti e operatori del settore possano collaborare in modo trasparente e armonioso. Questo obiettivo è oggi più urgente che mai”.
Il futuro? “Nei prossimi dieci anni Welcome to Favelas diventerà il primo polo di aggregazione di video e foto di cronaca cittadina delle varie città”, diceva Zonosso qualche anno fa. La mentalità degli startupper è “fake it till you make it”, “fingi finché non ci riesci”: ma a volte la realtà supera la fantasia.
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di Antonio Piemontese www.wired.it 2025-01-24 08:45:00 ,