Un’azione violenta e inquietante ha turbato la notte tra lunedì e martedì in provincia di Napoli: un furgone adibito al trasporto dei quotidiani è stato assaltato da una banda armata. L’autista, un operaio incensurato, è stato minacciato con una pistola e costretto ad abbandonare il mezzo. I malviventi sono poi fuggiti portando via non solo il veicolo, ma anche l’intero carico di giornali destinati alle edicole della Campania.
Un episodio che ha immediatamente sollevato allarme e indignazione nel mondo dell’informazione, con una ferma presa di posizione del Sindacato unitario dei giornalisti della Campania e della Federazione nazionale della stampa.
La ricostruzione dei fatti
Il deposito della società di distribuzione si trova a Roccarainola. I quotidiani — provenienti dalla tipografia di Caserta, nell’area industriale — erano diretti al centro di smistamento della “Di Canto spa”.
Intorno alle 3 del mattino, almeno quattro uomini con il volto coperto da passamontagna e a bordo di una Bmw chiara hanno bloccato la strada al furgone. Tre di loro sono scesi, minacciando l’autista e costringendolo a lasciare il mezzo.
Il furgone, carico di copie de Il Roma, Il Sannio Quotidiano, La Città di Salerno e Metropolis, è sparito nel nulla. Le edicole, all’apertura, sono rimaste sprovviste dei quattro giornali.
Ma la fuga della banda non è durata molto. Alle 3.30, lo stesso commando ha tentato un assalto a uno sportello bancomat della filiale Crédit Agricole in piazza Margherita, a San Gennaro Vesuviano. L’obiettivo, con ogni probabilità, era sradicare l’ATM. Il colpo però è fallito grazie al sistema d’allarme, che ha costretto i malviventi alla fuga.
Il furgone è stato ritrovato all’alba in via Verdi, a Casalnuovo di Napoli, grazie al sistema Gps. Del carico, però, nessuna traccia. Carabinieri e polizia stanno conducendo indagini congiunte per chiarire movente e dinamiche.
Le reazioni: «Un attacco all’informazione»
La risposta del mondo del giornalismo è stata immediata.
In una nota congiunta, Fnsi e Sindacato unitario dei giornalisti della Campania parlano di un segnale gravissimo:
«Fare informazione in questo territorio è sempre più difficile. Portare ogni giorno i giornali in edicola è diventato un impegno di resistenza civile. Chiediamo indagini rapide e approfondite: tutto fa pensare ad un avvertimento di stampo camorristico».
Solidarietà è arrivata anche da amministratori locali ed esponenti politici di diversi schieramenti, uniti nel definire l’episodio «un attacco alla libertà di stampa».
Le testimonianze dei direttori dei quotidiani colpiti
Nel corso di una diretta della Tgr Campania, tre direttori hanno espresso la loro preoccupazione e indignazione.
Antonio Sasso, direttore de Il Roma:
«È stato un agguato in stile camorristico. È gravissimo che si provi a mettere a tacere dei quotidiani, peraltro in piena campagna elettorale. Aspettiamo risposte».
Raffaele Schettino, direttore di Metropolis:
«Raccontiamo un territorio che prova a liberarsi dalla camorra. Evidentemente, per qualcuno la libertà di informazione è diventata un fastidio. Noi andiamo avanti».
Marco Tiso, direttore de Il Sannio Quotidiano:
«Sbaglia chi pensa che la provincia di Benevento sia un’isola felice. Se si volesse mettere il silenziatore ai giornalisti, saremmo davanti a un fatto gravissimo».
Un precedente inquietante riguarda proprio Metropolis: qualche anno fa, dopo la pubblicazione della notizia del pentimento del braccio destro di un boss, sconosciuti entrarono in diverse edicole di Castellammare di Stabia per requisire copie e locandine del quotidiano.
Un caso ancora avvolto nel mistero
La sparizione delle copie dei quotidiani — mai ritrovate — ha aggiunto ulteriore inquietudine a una vicenda che, inizialmente, poteva sembrare legata al solo tentato furto del bancomat. Gli inquirenti non escludono alcuna pista: dal messaggio intimidatorio a un’azione pianificata per colpire la distribuzione dell’informazione in aree già sensibili dal punto di vista della pressione criminale.
Le indagini proseguono, mentre il mondo del giornalismo si stringe attorno alle redazioni coinvolte, ribadendo che nessuna intimidazione potrà fermare il diritto dei cittadini a essere informati.















